Economia

“Stima pil 2022 più che dimezzata, rischio recessione tecnica”: le previsioni di Confindustria. Bonomi: “Allarmi inascoltati”

Il Centro studi dell'organizzazione degli industriali prevede un lieve calo del prodotto nei primi due trimestri e una crescita annua dell'1,9% contro il 4% stimato a ottobre e il +4,7% della Nota di aggiornamento al Def. Il ministro dell'Economia Franco anticipa che nel Def atteso per la prossima settimana ci sarà un'indicazione "cauta", "perché c'è grandissima incertezza"

Nel 2022 il pil crescerà solo di un +1,9 per cento “con un’ampia revisione al ribasso (-2,2)” rispetto alle stime di ottobre, quando tutte le previsioni erano concordi su un +4%. Lo stima il Centro studi di Confindustria aggiungendo tra l’altro che fa riferimento a uno scenario in cui “la durata della guerra è una variabile cruciale” e ipotizzando che da luglio finisca o si riducano incertezza e tensioni. Per gli esperti dell’associazione degli industriali, a fronte del +2,3% di crescita acquisita per “l’ottimo rimbalzo dell’anno scorso” il pil calerebbe dello 0,2% nel primo trimestre e dello 0,5 nel secondo, portando il Paese “in una recessione tecnica seppur di dimensioni limitate”. Di conseguenza il ritorno del prodotto a livelli pre-Covid “slitta dal secondo trimestre di quest’anno al primo del prossimo”.

“Anche nello scenario meno complicato i numeri” usciti dal rapporto “spaventano in maniera molto forte”, ha detto il presidente di Confindustria Carlo Bonomi. “Danno concretezza ad un allarme crescente, e purtroppo inascoltato, che Confindustria ha iniziato a lanciare già prima della guerra, quando già si vedeva un rallentamento”. “Questi scenari e questi numeri dovrebbero costituire un serissimo allarme generale per le istituzioni e la politica del nostro Paese”. “Il tentativo in tutto il 2021, di fronte al nostro crescente richiamo agli enormi rischi della ascesa ripida dei prezzi energetici e delle commodities minerarie e agricole – prosegue il leader degli industriali – è stato quello di ripetere che gli aumenti di costo e le difficoltà di approvvigionamenti alla produzione erano fenomeni effimeri e temporali”.

L’avvertimento, che mira ovviamente ad ottenere maggiori risorse dal governo, è che “per molti versi vediamo intorno a noi oggi un’analoga tendenza: credere che magari tra qualche settimana il conflitto in Ucraina finisca e tutto torni come nel 2019 pre-Covid. Non è stato vero l’anno scorso, non è vero in questo 2022″. È quindi, dice, “venuto il momento di abbandonare queste azzardate illusioni. E di adottare misure strutturali e adeguate”.

A fronte delle cifre delle previsioni del Centro studi di Confindustria il ministro dell’Economia Daniele Franco parlando al workshop ‘Lo scenario dell’economia e della finanza’ organizzato dal Forum Ambrosetti a Cernobbio ha spiegato che nel Def atteso la prossima settimana in consiglio dei ministri ci sarà una “previsione cauta sul Pil, perché c’è grandissima incertezza. Come l’anno scorso è meglio essere smentiti per essere stati pessimisti piuttosto che troppo ottimisti”. Si ipotizza una stima intorno al 2,8% contro il +4,7% inserito nella Nadef dello scorso autunno. Il ministro ha ricordato che l’esecutivo è intervenuto “varie volte per mitigare l’aumento del costo dell’energia, sono stati stanziati finora 19 miliardi, di cui 14 vanno a coprire i primi due trimestri del 2022. Abbiamo inventato il sistema dei crediti d’imposta per le imprese a fronte delle spese dell’energia e abbiamo abbattuto per la prima volta in Italia di 25 cent il costo del carburante. Credo che questi interventi soprattutto sul lato impresa andranno continuati e ulteriori interventi sono senz’altro possibili”.