Economia

Catasto, la riforma passa (di nuovo) per un voto in commissione. La maggioranza si spacca: urla e accuse del centrodestra

Dopo la votazione da brividi di giovedì scorso, con cui è stato respinto per un voto l'emendamento del centrodestra che puntava allo stralcio dell’articolo 6 della delega fiscale, questa volta era prevista la bocciatura con lo stesso risultato (22 a 23) dei tre emendamenti residui sul tema, presentati dall’opposizione, incluso quello di Alternativa. Rispetto all’ultima riunione, però, questa volta la Lega ha alzato i toni, attaccando a più riprese il presidente della commissione Luigi Marattin

Avanti per un soffio, anche meno. Il governo riesce di nuovo a salvarsi sul catasto, ma lo scoglio in commissione Finanze alla Camera è stato superato tra le tensioni. Dopo la votazione da brividi di giovedì scorso, con cui è stato respinto per un voto l’emendamento del centrodestra che puntava allo stralcio dell’articolo 6 della delega fiscale, questa volta a essere bocciati con lo stesso risultato (22 a 23) sono stati i tre emendamenti residui sul tema, presentati dall’opposizione, incluso quello di Alternativa – il gruppo di cui fanno parte molti ex M5s – che avrebbe stralciato il comma 2: la maggioranza si è spaccata di nuovo, con il centrosinistra hanno votato tre dei cinque deputati del gruppo Misto, Nunzio Angiola di Azione, Nadia Aprile e Alessandro Colucci di NcI, unico partito a rompere il fronte del centrodestra.

Rispetto all’ultima riunione, però, questa volta la Lega ha alzato i toni, attaccando a più riprese il presidente della commissione Luigi Marattin, di Italia viva, contestando la sua gestione “non super partes” dei lavori, tanto da annunciare l’invio di “una lettera al presidente della Camera Roberto Fico“. Si possono attendere altri scossoni nel prosieguo dell’esame della delega fiscale, in cui il centrodestra proverà a sollevare altre questioni, a partire dalla flat tax.

Intanto passa la riforma del catasto, tema dirimente per il governo di Mario Draghi. O si approva o l’esecutivo non va avanti, aveva spiegato la settimana scorsa la sottosegretaria al Mef, Maria Cecilia Guerra, creando scompiglio nella maggioranza. Oggi le tensioni che hanno preceduto la riunione della commissione erano legate alla posizione di Forza Italia. Alla vigilia, dal partito di Silvio Berlusconi era filtrata l’intenzione di astenersi, poi in mattinata è arrivata la decisione definitiva di mantenere la posizione contraria alla riforma del catasto.

Ben diversa da quella messa nero su bianco sul Foglio di oggi da un altro esponente di FI come Renato Brunetta. “Non si tratta di un intervento finalizzato a tassare la proprietà immobiliare, tantomeno la prima casa, ma a modernizzare un sistema ormai vicino a compiere un secolo di vita”, ha scritto il ministro per la Pubblica amministrazione. La conferma, insomma, che dentro Forza Italia esiste un’anima che spinge per tenere unito il governo e un’altra che non vuole lasciare alla Lega battaglie di bandiera come quella contro le tasse sulla casa. Forza Italia comunque nella lunga riunione serale ha tenuto toni ben diversi da quelli dei deputati della Lega, le cui urla sono risuonate fuori dall’aula durante l’ufficio di presidenza in cui si definivano i tempi degli interventi. Gli azzurri hanno esplorato un ultimo tentativo di mediazione, chiedendo l’accantonamento degli emendamenti sul catasto (respinto sempre con 22 voti contro 23). “Credo sia opportuno concludere la votazione sull’articolo 6 – ha obiettato per il governo la sottosegretaria al Mef, Maria Cecilia Guerra -: e poi procedere con l’accordo dei gruppi per impostare il lavoro”.