Musica

Stromae torna dopo nove anni: “Avevo bisogno di sposarmi, fare un figlio, vivere. Molti artisti subiscono pressioni per non essere dimenticati”

Nove anni di silenzio musicale rotti dal nuovo album “Multitude” che ci restituisce il talentuoso Stromae in stato di grazia. Dodici brani che vanno a fondo all'animo umano, non tralasciando le sfaccettature più dure e cupe

Stromae è un talento raro. Prima con “Cheese” (2010) e poi “Racine Carrée” (2013) ha conquistato il cuore di milioni di persone che hanno amato brani come “Alors On Danse” (disco di platino in Italia), “Papaoutai” (doppio Platino), “Tous Le Memes (doppio platino) e “Formidable” (disco d’oro). Poi il silenzio musicale, dovuto a una sovraesposizione mediatica che l’artista non ha retto più. Nel frattempo Stromae si è dedicato alla sua vita privata e ad altri campi artistici come la moda e la regia. Nove anni di silenzio musicale e poi il grande ritorno con il nuovo disco “Multitude”, trainato dai singoli “Santé” e “L’Enfer” presentato a sorpresa durante una intervista in diretta al telegiornale di TF1 e che parla di depressione e suicidio. Nei dodici brani inediti si parla di instabilità umana, depressione, della condizione lavorativa delle donne, ma anche delle difficoltà vissute dalle coppie e degli invisibili della società. Il nuovo singolo è “Fils de Joie” e il protagonista è il figlio di una prostituta. “Multitude” ci restituisce uno Stromae in stato di grazia. L’artista belga-rwandese è atteso in Italia in concerto il prossimo 20 luglio al Milano Summer Festival all’Ippodromo Snai San Siro e il 16 maggio 2023 al Palazzo dello Sport di Roma.

In un incontro con la stampa milanese Stromae ha parlato degli anni in cui si è assentato dalla musica. “Ci possono sicuramente essere conseguenze sul fatto che io non abbia pubblicato altri dischi, ma sono fortunato. – ha affermato – Ad essere sincero, mi ha sorpreso vedere che miei biglietti sono andati esauriti in fretta e che la gente si è fidata di me comunque, in vista dei concerti. La gente sicuramente si dimentica di te più in fretta di prima, tutto è più veloce. Ma io avevo semplicemente bisogno di farlo, sposarmi, avere un figlio, vivere una vita normale. La vita fatta di concerti o di interviste, in fondo, non è così interessante da raccontare al pubblico e io sentivo il bisogno di avere qualcosa di normale e di interessante da dire e nuovi punti di vista. Molti artisti ricevono pressioni per uscire velocemente con nuovi album e non essere dimenticati, ma non credo sia la cosa migliore, bisogna prendersi il tempo che serve”. Essere padre ha influenzato Stromae nella scrittura: “Tra l’altro sono 3 anni che ormai parlo tanto di pupù (ride; ndr). Essere genitore ha cambiato i miei orari: durante la composizione dell’album lavoravo dalle 9 alle 17, perché poi dovevo andare a prendere mio figlio. È tutto totalmente nuovo e speciale per me. Prima la mia creatività arrivava dalla sofferenza, ma oggi ho sperimentato che per essere creativo non devi necessariamente soffrire”.

Sono tanti i temi toccati in questo disco: “Mi piace parlare di cose diverse, avere opinioni diverse, non ripetere quello che gli altri dicono, ‘Declaration’ parla di sciopero femminile. Non ero sicuro di mettere questa canzone nel disco, perché è un tema complesso e mi sembrava di ‘usarlo’, ma alla fine ho deciso di inserirla. È solo questione di punti di vista, non ci sono molti uomini che parlano di queste cose, quindi credo fosse importante dare il mio, visto che è un tema che preoccupa molto. Quando ho scritto la canzone ho semplicemente raccontato una storia, non ho pensato a nessuno in particolare, o nello specifico alle nuove generazioni, ma se questa storia può aiutare qualcuno, è bellissimo. In fondo questo è il nostro lavoro di artisti”. Non poteva mancare l’accenno al singolo ‘L’Enfer’: “Quando ti trovi in questa situazione, problemi fisici e di salute mentale, sicuramente è importante il supporto degli specialisti, del proprio entourage, dei propri amici, della propria famiglia”.

Infine l’ultimo pensiero è dedicato all’Ucraina: “La guerra è terribile, siamo tutti d’accordo. Non c’è molto altro da dire. Parlare dell’aver perso un familiare in guerra per me sarebbe difficile, mio padre in realtà a casa non c’era, non lo conoscevo, è una situazione complessa. Certamente l’ho perso in guerra, ma non ci conoscevamo molto bene. Sicuramente comunque è stato terribile, per i suoi fratelli, ma anche per me”.