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Ucraina, si punti tutto sul negoziato: non si può brandire come arma l’ingresso in Ue

La situazione in Ucraina potrebbe spingere in tempi brevi il mondo intero alla catastrofe. Occorrono leader politici equilibrati e imparziali capaci di mediare efficacemente tra le parti. L’offensiva russa si deve fermare e le truppe devono essere ritirate e, al tempo stesso, va dichiarata la neutralizzazione permanente dell’Ucraina, Stato sovrano e non allineato, e va trovata a una soluzione al problema del Donbass e della forte minoranza russofona ucraina coll’attuazione integrale degli Accordi di Minsk e la ristrutturazione dell’ordinamento costituzionale ucraino che va epurato delle sue componenti nazifasciste.

Ci vuole un cessate il fuoco immediato; la popolazione ucraina, inclusa quella sua parte non trascurabile stanziata nelle Repubbliche indipendenti del Donbass, ha pagato un prezzo inaccettabile per questa guerra. Ci vuole una Conferenza internazionale di pace in grado di dare risposte costruttive e reali ai problemi aperti da almeno otto anni nell’area.

Come giustamente messo in evidenza dal direttore di Altrenotizie, Fabrizio Casari, che sottolinea le numerose bufale e fake news diffuse dagli apparati di propaganda occidentale in questa come in altre occasioni, il negoziato si deve aprire subito e deve avere un contenuto sostanziale ed effettivo. Ma la comunità internazionale è purtroppo al di sotto delle esigenze. L’unico leader oggi in grado di svolgere un ruolo effettivo al servizio della pace è il cinese Xi Jinping. Biden e i suoi collaboratori si fregano le mani dalla contentezza per riuscire a piazzare quantitativi enormi di armamenti agli ucraini e di gas di scisto agli europei. I leader europei danno uno spettacolo penoso e blaterano senza costrutto di “sanzioni devastanti” e simili.

Ovviamente si tratta come sempre di parole in libertà, ma si sa che anche le parole possono far male, creando un clima psicologicamente favorevole allo scatenamento senza freni della guerra. E l’invio di armi letali all’Ucraina contribuisce all’aumento della tensione, che potrebbe diventare tragicamente irreversibile. L’identità europea che sta emergendo da questa situazione si presenta purtroppo intrisa di bellicismo ed atlantismo, abbinandosi con prese di posizione altrettanto deprecabili sulla scena internazionale come quelle relative al diniego di mettere in discussione i brevetti sui vaccini e gli extraprofitti delle compagnie farmaceutiche.

I politici italiani confermano, all’interno di tale quadro sconfortante, la loro scadente qualità. Il peggiore di tutti, cui andrebbe consegnata la palma del guerrafondaio per eccellenza, è il segretario del Pd Enrico Letta, del quale circola una tragicomica immagine con elmetto e giubbotto antiproiettile. Al confronto Matteo Salvini sembra Martin Luther King.

Se la guerra nucleare possibile metterebbe la parola fine all’umanità (anche se ci sono correnti di “pensiero” all’interno del Pentagono e altrove che si illudono di poterla fare e vincere), anche una prolungata contrapposizione tra Russia ed Occidente avrebbe effetti negativi su tutti i piani, anche quello economico, determinando – unendosi agli effetti perduranti della pandemia – una crisi economica senza precedenti e rendendo definitivamente impossibile ogni autentica transizione ecologica. Ovviamente tutto il peso di questa situazione ricadrà sulla classe lavoratrice, da tempo priva di una propria rappresentanza politica.

Per evitare queste catastrofi è urgente che emerga in Italia una nuova classe dirigente in grado di dare attuazione al fondamentale precetto contenuto nell’art. 11 della nostra Costituzione che consiste nel ripudio della guerra senza se e senza ma. Stesso ricambio della classe dirigente è urgente e necessario anche in Europa che, se vuole essere protagonista di pace, deve liberarsi della sua nefasta sudditanza nei confronti degli Stati Uniti e della Nato.

Occorre essere pienamente consapevoli del fatto che tutti e tre gli eventi catastrofici che attualmente minacciano l’umanità (pandemie, riscaldamento globale, guerre) sono ben radicati nel modello di sottosviluppo dominante di tipo capitalistico. Se l’umanità vuole avere un futuro si deve sbarazzare di tale modello, incluse, per intenderci, le sue appendici militariste alla Putin che recupera la parte peggiore dell’esperienza sovietica e viene per tale motivo messo in discussione da settori crescenti dell’opinione pubblica russa. Ma l’inclusione dell’Ucraina nell’Unione europea non può essere brandita come un’arma nei confronti della Russia, alle cui preoccupazioni va data una risposta che sia di tipo cooperativo.

Tornando all’Italia, se vogliamo sopravvivere dobbiamo finalmente dotarci di una sinistra che sia all’altezza delle sfide in corso. Nessun compromesso è oggi possibile con un Pd o con un’ala poltronista dei Cinquestelle che sono divenuti la punta di diamante dell’atlantismo e del neoliberismo (dottrine che vanno di pari passo per evidenti motivi di fondo) nel nostro Paese. Ciò va detto con chiarezza anche a quei bravi ragazzi che si illudono di poter condizionare il Pd spostandone l’asse a sinistra, o di rifondare i Cinquestelle senza fare finalmente i conti con questi temi fondamentali.

I prossimi giorni e le prossime settimane saranno davvero cruciali per l’avvenire dell’umanità. Non facciamoci trovare impreparati e diamo tutte e tutti il nostro insostituibile contributo per fermare la guerra e far avanzare, insieme a quelle della pace, le ragioni di un ordine sociale totalmente diverso, che è possibile.