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Green pass, bocciato l’emendamento leghista: maggioranza si spacca. E Berlusconi si allinea a Salvini. Giorgetti: “Non prorogare stato d’emergenza”

Il Carroccio si smarca dalla maggioranza sulle modifiche al decreto Covid: prima vota con Fratelli d'Italia, poi non ritira il suo provvedimento nonostante il parere contrario del governo. La seduta in commissione Affari sociali della Camera è stata sospesa, in serata il voto: 13 a favore e 22 contrari, Forza Italia ha scelto l'astensione. Letta: "Chiediamo serietà". Ma l'equilibrio tra le forze che appoggiano Draghi è sempre più fragile, come dimostrano i 2.307 emendamenti al decreto Sostegni ter

La maggioranza si spacca ancora in Parlamento: questa volta il caos è in commissione Affari sociali della Camera, dove è in corso l’esame del decreto Covid. La Lega si è smarcata più volte dalle altre forze che sostengono il governo Draghi, votando insieme a Fratelli d’Italia e Alternativa. Ad accendere la miccia però è stato un sub-emendamento presentato proprio dal Carroccio, in cui si chiedeva l’abolizione del green pass al termine dello stato di emergenza, fissato per il 31 marzo. Una modifica che, nonostante il parere contrario del governo, la Lega ha votato insieme a FdI e Alternativa. Mentre Forza Italia ha scelto l’astensione, inaugurando un’inedita convergenza tra Berlusconi e Salvini sui temi della pandemia. Il subemendamento alla fine è stato respinto: 13 voti a favore, 5 astenuti e 22 contrari (Pd, M5s, Iv, Leu) il risultato della votazione. Ma le scorie restano, al termine di una giornata in cui è stata necessaria una sospensione dei lavori in commissione e una riunione di maggioranza, con il voto sul provvedimento slittato prima alle 16 e poi tenutosi dopo le 18.30. A dimostrarlo arrivano poco dopo le parole del ministro Giancarlo Giorgetti, rappresentante dell’ala più governista della Lega: “Lo stato di emergenza è eccezionale, un’ulteriore proroga richiederebbe una situazione eccezionalissima che francamente non vedo. Non ci sono né le condizioni sanitariecostituzionali per una ipotesi di questo genere”.

È un nuovo episodio che fa trasparire il nervosismo interno alla maggioranza, dopo le tensioni dei giorni scorsi tra il premier e i partiti, originate dai quattro voti in Commissione in cui il governo è andato sotto sulla conversione del decreto Milleproroghe. Salvini – ma ora anche Berlusconi – premono per un liberi tutti in stile Johnson a partire da inizio aprile, mentre Enrico Letta alla Direzione del Pd è già passato al contrattacco: “A me ha colpito che dopo quello che successo l’altro giorno, come se nulla fosse, la Lega ha votato fuori dalle logica di maggioranza e contro il parere del governo. Noi chiediamo serietà“. Sta di fatto che, al di là delle frasi di circostanza, Palazzo Chigi fatica ormai a tenere a bada le diverse istanze che emergono da una maggioranza eterogenea. Un altro segnale arriva da Palazzo Madama, dove sono stati depositati 2.307 emendamenti al decreto Sostegni ter: la cartina di tornasole dei malumori interni. Tra le proposte di modifica, la maggior parte (454) sono dei senatori di Forza Italia, seguiti da Lega (400), Pd (356), Fratelli d’Italia (323), M5s (308), Misto (200) e Italia Viva (180).

Berlusconi si allinea a Salvini – Tornando al nodo green pass, il Carroccio ha voluto tenere il punto, mentre Forza Italia ha specificato le ragioni dell’astensione con le parole di Roberto Bagnasco, capogruppo azzurro in commissione: “Nel merito mi sento abbastanza vicino a quel che pensa la Lega. È un tema condiviso, ma la tenuta della maggioranza è più importante”. Indizi di una nuova sinergia tra i due partiti di centrodestra all’interno della maggioranza che pare suffragata dalle parole dei due leader. “Stop al green pass al 31 marzo? Lo spero. Se nei prossimi giorni la situazione migliora, si supera lo stato d’emergenza e dal nostro punto di vista si superano anche tante restrizioni“, ha detto questa mattina Matteo Salvini, ospite a Radio 24. Nulla di nuovo. Stupisce invece la presa di posizione di Silvio Berlusconi, di fatto allineata a quella dell’alleato leghista e a sua volta in pressing sul governo per un allentamento delle restrizioni. “Come deciso in molti Paesi europei, è arrivato anche in Italia il momento di rendere meno stringenti le norme per contrastare la diffusione del Covid”, ha scritto Berlusconi. “Siamo al lavoro – si legge nella nota – per scrivere un piano di graduale dismissione del Green pass a partire dai contesti che, secondo gli esperti, risultano meno pericolosi per la salute pubblica, come le attività commerciali e di intrattenimento. Questo piano verrà consegnato al governo nei prossimi giorni”, assicura Berlusconi. Che conclude: “Il nostro obiettivo è quello di consentire agli italiani di poter godere di una stagione estiva senza più limitazioni, finalmente spensierata”.

Lo scontro in Commissione – Per capire cosa è successo in commissione Affari sociali della Camera bisogna riavvolgere il nastro a questa mattina. La seduta infatti è stata sospesa su richiesta della maggioranza, perché il partito di Salvini si era smarcato, votando l’emendamento insieme a FdI e Alternativa sulla “discriminazione” tra studenti vaccinati e non, sul quale il governo aveva dato parere contrario. Poi la Lega ha chiesto di mettere in votazione il suo emendamento che prevedeva, nonostante il parere contrario governativo, lo stop della validità dell’obbligo del green pass rafforzato per gli over 50 allo scadere dello stato di emergenza il 31 marzo. Il testo è stato accantonato per essere esaminato nella nuova seduta della Commissione. La relatrice Elena Carnevali (Pd) aveva chiesto, come spiegato a LaPresse, “un ulteriore approfondimento viste le dichiarazioni dei deputati del Carroccio che avrebbero comunque votato a favore contro il parere del Governo”. Come poi è effettivamente avvenuto.