Giustizia & Impunità

Carlotta Benusiglio, slitta la sentenza. Il giudice chiede una perizia informatica per una “macchia-ombra” nei video delle telecamere

Nuovo colpo di scena nella vicenda della morte della stilista di 37 anni che fu trovata impiccata a un albero di piazza Napoli, a Milano, il 31 maggio 2016. La giudice chiede altre analisi sui filmati di sorveglianza e in particolare 8 secondi di registrazione. L'imputato, che ha scelto il rito abbreviato, è l'ex compagno che deve rispondere di omicidio, stalking e lesioni. Il pm nella requisitoria aveva chiesto 30 anni

Slitta la sentenza del giudice per l’udienza preliminare nel processo sull’omicidio di Carlotta Benusiglio, la stilista 37enne trovata impiccata con una sciarpa ad un albero di piazza Napoli a Milano il 31 maggio 2016. Il giudice Raffaella Mascarino ha disposto una perizia su un video di una delle telecamere di sorveglianza in cui è visibile una “macchia-ombra” che secondo accusa e parte civile sarebbe interpretabile come una sagoma umana, mentre per la difesa e per la polizia scientifica non si tratta di una persona. L’imputato, che ha scelto il rito abbreviato, è Marco Venturi, ex fidanzato della vittima, accusato di omicidio volontario, stalking e lesioni per episodi avvenuti tra il 2014 e il 2016.

La giudice, terminata la discussione delle parti, ha “rilevato” che “allo stato” non ha elementi sufficienti per arrivare a decidere e ha disposto la “perizia informatico-forense” con la quale si dovrà “depurare“, attraverso “le migliori tecnologie disponibili allo stato dell’arte”, la “visione” delle immagini già presenti agli atti ed estrapolate dalle telecamere di sorveglianza, in particolare la “telecamera Napoli 13” e i frame che vanno dalle 3,39 e 18 secondi alle 3,39 e 26 secondi di quella notte, ossia in un arco di tempo di appena 8 secondi. Il giudice ha già individuato l’esperto informatico (Massimo Iuliani della Forlab) e conferirà l’incarico per la perizia il 2 marzo.

I legali di parte civile, gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Pier Paolo Pieragostini, i quali, come l’accusa, sostengono la tesi dell’omicidio e della simulazione del suicidio con impiccagione, avevano mostrato nella loro discussione i frame delle immagini della telecamera di sorveglianza nel quale, a loro dire, si vede una sagoma. In particolare, una macchia bianca che copre il nero, che va verso l’uscita del parco, mentre il corpo della stilista, verso le 3.41, risulta appeso all’albero. Per la parte civile, ossia i familiari della stilista, quella sarebbe la “sagoma” del presunto omicida. La difesa, coi legali Andrea Belotti e Veronica Rasoli, ha sempre sostenuto che quelle immagini, già agli atti con una consulenza depositata, non mostrano alcun elemento decisivo, nemmeno per la polizia scientifica.

Sul caso, riaperto oggi con la perizia, pesano anche tre provvedimenti (gip, Riesame e Cassazione) con cui è stata respinta la richiesta d’arresto per Venturi e una perizia medico-legale in indagini che stabilì che si sarebbe trattato di suicidio. Nel corso del processo sono più volte cambiate le imputazioni presentate e si sono susseguiti tre pm diversi. L’imputato, Venturi, è passato dall’essere persona informata sui fatti, col fascicolo in via di archiviazione, a essere indagato per istigazione al suicidio e poi per omicidio volontario aggravato con l’ipotesi di aver strangolato l’ex fidanzata. Sul caso pesa anche una perizia medico legale, presentata nel corso delle indagini, che stabilì che la morte di Benusiglio avvenne per suicidio.