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Attualità

San Valentino 2022, le 5 storie d’amore più belle di sempre - 4/5

“L’Amante”, romanzo autobiografico di Marguerite Duras - La rinuncia al trono della principessa Mako - Eloisa e Abelardo: il docente e l’allieva - L’amore omosessuale di Oscar Wilde - I ponti di Madison County: Francesca sceglie di restare

L’amore omosessuale di Oscar Wilde

L’autore de “Il ritratto di Dorian Gray” era gay. Incarcerato nel 1895 per il reato di sodomia, oggi vivrebbe senza alcuna copertura di matrimoni di facciata. Sposa infatti Constance Lloyd, da cui ha figli. Ma il grande amore dello scrittore irlandese si chiama Alfred Douglas, “Bosie”, un ragazzo che frequenta non proprio segretamente e con cui condivide una lunga e tormentata storia. Perché? Il padre del giovane, il Marchese di Queensberry, una volta scoperto il loro legame, allontana il figlio da Wilde. In risposta lo scrittore, offeso da una lettera contenente gravi riferimenti alla sua omosessualità – illegale nell’Irlanda vittoriana – denuncia il nobiluomo per infamia. Il Marchese però raccoglie prove e testimoni, fra cui ragazzi che in cambio di denari e favori s’intrattenevano con lo scrittore. Curiosità: in tribunale viene persino analizzato “Il ritratto di Dorian Gray”, considerato pieno di richiami omosessuali. Risultato? Il marchese è assolto ma la vicenda giudiziaria non finisce. Nel frattempo sono sospese le rappresentazioni teatrali delle opere di Wilde. Che annaspa, non ha più soldi. Si trova costretto a vendere la sua intera libreria. L’esito del secondo processo è disastroso: Wilde è condannato a due anni di lavori forzati in carcere. Il pubblico ministero durante il processo prende spunto da una sua poesia e gli chiede: “Qual è l’amore che non osa pronunciare il suo nome?”. Ecco la risposta di Wilde: “L’amore che non osa dire il suo nome in questo secolo, è quel genere di affetto di un uomo maturo per un uomo più giovane, che vi fu fra Davide e Gionata, che Platone mise a fondamento della sua filosofia e che si può trovare nei sonetti di Michelangelo e di Shakespeare”. Dal carcere Oscar Wilde scriverà a Douglas una lunga lettera, che verrà pubblicata nel 1905, cinque anni dopo la sua morte, col titolo “De profundis”. La versione originale sarà pubblicata solo nel 1962. Sono parole pungenti, malinconiche, per niente tenere. Lo scrittore, dopo la detenzione e la povertà, riuscirà a scrivere ancora.