Media & Regime

#DiMaioOut, l’esperto: “Piazzapulita rilancia la bufala sul complotto dei tweet dall’estero. Non collaborerò più, è disinformazione”

"Non si può confondere il lavoro di persone serie con quello di esperti improvvisati", dice Alex Orlowski, esperto internazionale di social media intelligence, che per il programma di La7 ha confezionato analisi su tanti temi di attualità. Quella dell'assalto social a Di Maio, dice, "era una balla smentita già da tre giorni: così si delegittima l'informazione. È normale che poi la gente non si fidi più dei media. Non lavorerò più per Piazzapulita se non ammettono l'errore"

“Ho detto a Piazzapulita che non collaborerò più con loro finché non si scusano. Non si può confondere il lavoro di persone serie con quello di esperti improvvisati“. Alex Orlowski, 54 anni, è un esperto internazionale di social media intelligence: per il programma di La7 ha confezionato analisi su tanti temi di attualità, dalle campagne no vax a quelle della “Bestia” di Luca Morisi. Perciò è rimasto basito vedendo rilanciare da loro la più grossa bufala dell’ultima settimana: il presunto attacco social a Luigi Di Maio con un’orda di bot dagli Usa tramite l’hashtag #DiMaioOut. Che in realtà – come chiarito da vari specialisti del settore – è stato portato in tendenza da utenti italiani in carne e ossa, delusi dall’atteggiamento del ministro degli Esteri (ilfattoquotidiano.it ha parlato con alcuni di loro). Nonostante la pluri-smentita, giovedì sera Piazzapulita ha dato ancora voce al primo che ha diffuso la fake news: Pietro Raffa, capo dell’agenzia di comunicazione MR&Associati, renziano sfegatato (come risulta dai suoi social) e consulente – tra gli altri – di Beppe Sala e Vincenzo De Luca. Intervistato in un servizio sulla crisi M5s, Raffa ha rilanciato la tesi dell'”azione coordinata” contro Di Maio (pur abbandonando la tesi dei bot). “Questa è la chiara modalità di chi vuole fare un tweetstorming“, ha sentenziato, parlando di “pubblicazioni da ogni parte del mondo“.

Orlowski, la convince questa teoria?

L’ho già smontata in tutte le sedi possibili: analizzando quei tweet un software di analisi professionale (Metatron Analytics, ndr) che prende in considerazione 170 fattori, l’unica conclusione è che quasi tutti vengono dall’Italia e da utenti reali. Raffa fa vedere due grafici dove non c’è scritto nulla (gli stessi che aveva postato su Twitter, ndr), senza uno straccio di dato grezzo o spiegazione. Sono il frutto di un software commerciale che probabilmente ha localizzato gli utenti negli Usa perché usano Twitter in inglese, come me e come il 40% degli italiani, perché è l’impostazione di default. Un dato che non vale nulla.

L’ha fatta arrabbiare che a rilanciarlo sia stato un programma con cui collabora?

Molto, perché così si delegittima l’informazione. Era una balla smentita già da tre giorni. Anche se avessero registrato il servizio prima, non avrebbero dovuto mandarlo in onda. Così si fa un danno irreparabile: la gente ha già ricevuto un messaggio sbagliato, ripetuto per una giornata intera da tutte le testate. Non basta nemmeno correggerlo, perché l’attenzione alla correzione di un falso è sempre molto più bassa rispetto a quella sul falso in sé. Figuriamoci se si continua a diffonderlo. È normale che poi la gente non si fidi più dei media.

Cosa dovrebbe fare la redazione di Piazzapulita?

A mio parere Corrado Formigli dovrebbe scusarsi e dire in pubblico di aver fatto un lavoro frettoloso, di non aver verificato la questione con veri esperti. E non parlo di me, ce ne sono tanti altri. Raffa non è uno di questi: è un personaggio tradito dal proprio ego, che si esaltava sui social per essere stato chiamato dai giornalisti e aver guadagnato seguito.