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Unicredit, il 2021 si chiude in utile ma il 4° trimestre è in rosso per 1,4 miliardi. L’ad Orcel: “Ai soci mai così tanti soldi”

Unicredit ha annunciato un passo indietro nell'operazione sulla banca russa Otkritie "per la situazione geopolitica". Mercoledì i vertici di Unicredit hanno preso parte alla contestata video riunione con il presidente russo Vladimir Putin, incontro che l'Unione europea ha definito "inopportuno". È stata anche annunciata la firma di un accordo quadro internazionale con il gruppo assicurativo tedesco Allianz. Nel piano 1.200 esuberi e 725 assunzioni

Unicredit, primo gruppo bancario italiano insieme ad Intesa Sanpaolo, ha chiuso il 2021 con un utile di 1,5 miliardi di euro. Nel solo quarto trimestre è stata però messo a bilancio una perdita di 1,4 miliardi. Poco significativo il confronto con i corrispondenti periodi del 2020, fortemente influenzati dalla pandemia. Gli ultimi tre mesi del 2021 sono stati caratterizzati da un incremento delle rettifiche sui crediti deteriorati che hanno inciso per 810 milioni (in sostanza prestiti che non verranno più recuperati o lo saranno in tempi più lunghi del previsto di cui la banca ha deciso quindi di aggiornare il reale valore). Il quarto trimestre è tradizionalmente quello in cui le banche fanno le “grandi pulizie” in vista della chiusura del bilancio annuale. Il risultato dell’intero 2021 è stato raggiunto soprattutto grazie all’aumento degli incassi da commissioni. I ricavi sono saliti del 4,8% a 18 miliardi di euro, 500 milioni in più degli obiettivi. In lieve rialzo anche i costi (+ 0,6%)

I dati comunicati stamane sono piaciuti alla borsa ma non hanno scaldato gli animi. Il titolo è partito in rialzo salvo poi virare in negativo in scia a tutto il listino di piazza Affari. L’amministratore delegato Andrea Orcel seduce gli investitori con un 3,7 miliardi di euro destinati alla remunerazione dei soci e una proposta di dividendo in contanti da 1,17 miliardi e riacquisti di azioni. Altri 2,58 miliardi di euro serviranno per il riacquisto di azioni proprie, un modo per spingere al rialzo i titoli e premiare quindi gli azionisti. La proposta sarà presentata all’assemblea degli azionisti del prossimo 8 aprile, si legge nella nota sui conti. La prevista remunerazione a soci di 3,75 miliardi di euro “è la più alta nella storia della banca”, ci tiene a sottolineare Orcel nella call con le agenzie, aggiungendo di essere “Fiducioso e confidente sul futuro di Unicredit e sulla nostra capacità di continuare a remunerare gli azionisti in modo adeguato nell’arco di piano. La generazione organica di capitale, per consentire ritorni ai nostri azionisti, resta la priorità”. “Questi risultati e l’efficacia e la sostenibilità del nostro modello ci danno maggiore fiducia non solo nella nostra capacità di distribuire oltre 16 miliardi nel corso di questo piano, ma di mantenere un livello di distribuzione annuale gradualmente crescente in seguito senza erodere la nostra forza di capitale”, ha aggiunto l’amministratore delegato.

C’è poi il capito delle alleanze e delle possibili acquisizioni. Unicredit ha annunciato un passo indietro nell’operazione sulla banca russa Otkritie “per la situazione geopolitica”. Mercoledì i vertici di Unicredit hanno preso parte alla contestata video riunione con il presidente russo Vladimir Putin, incontro che l’Unione europea ha definito “inopportuno”. Unicredit conta già oggi 4mila dipendenti in Russia, dal paese provengono 513 milioni di euro dei ricavi. “Qualsiasi eventuale operazione di fusione e acquisizione da parte di Unicredit “non interferirà sulla distribuzione di capitale”, ha detto Orcel, ribadendo che la banca guarda ad opportunità ma solo come acceleratore della propria strategia. È stata anche annunciata la firma di un accordo quadro internazionale con il gruppo assicurativo tedesco Allianz. L’accordo – si legge in una nota – riguarda Italia, Germania, Europa Centrale e Orientale e massimizza il contributo di entrambi i partner alla futura creazione di valore. Ieri il gruppo ha raggiunto un’intesa con i sindacati per gestire le ricadute occupazionali del nuovo piano industriale ‘2022-2024. A fronte di 1.200 uscite incentivate e volontarie, è prevista l’assunzione di 725 giovani destinati prevalentemente alle filiali