Economia

Decreto Sostegni ter, M5s alza i toni contro Draghi: “Ci dissociamo da modifiche su Superbonus ed extra profitti da rinnovabili”

"Avevamo chiesto un supplemento di riflessione e un confronto con i professionisti delle categorie coinvolte", scrive il Comitato per la Transizione Ecologica del Movimento. "E suggerito dei correttivi. Il governo ha preferito tirare dritto e se ne assume onori ed oneri". All'attacco anche la Cna e Confartigianato: "Invece di colpire i disonesti con misure mirate e chirurgiche si finisce per sparare nel mucchio con misure restrittive che danneggiano, senza ragione, tutti gli imprenditori"

Mentre alla Camera si vota per la quinta volta per il nuovo presidente della Repubblica, il Movimento 5 Stelle alza i toni contro l’ultimo decreto del governo Draghi varato il 21 gennaio e approdato giovedì sera in Gazzetta ufficiale. Nel mirino il divieto di cedere più di una volta i crediti di imposta derivanti dal Superbonus e la tassazione degli extraprofitti da rinnovabili. Il Comitato per la Transizione Ecologica di cui fanno parte Gianni Pietro Girotto, Andrea Cioffi, Ilaria Fontana, Patty L’Abbate e Luca Sut, insieme a tutto il M5S, hanno fatto sapere che “si dissociano dal contenuto degli articoli del Dl ‘sostegni ter’ che riguardano il Superbonus e le fonti di energia rinnovabili”.

“In entrambi i casi”, spiegano, “abbiamo detto che il contenuto non è né giusto né efficace, e avevamo chiesto un supplemento di riflessione e soprattutto un confronto con i professionisti delle categorie coinvolte, che si poteva fare velocemente anche con le nuove modalità digitali. Di più, avevamo immediatamente suggerito, grazie al dialogo con le suddette parti sociali, dei correttivi per ‘salvare capra e cavoli’. Il governo ha preferito tirare dritto e se ne assume quindi onori ed oneri. Noi invece proseguiremo le interlocuzioni con le parti sociali, per proporre i migliori emendamenti possibili”.

Contro la nuova modifica in corsa al Superbonus, sempre in chiave antifrode, si erano del resto già espressi nei giorni scorsi tutti i partiti di maggioranza, oltre alle associazione dei costruttori e a Confedilizia, secondo cui si rischia di bloccare il mercato. Oggi all’attacco vanno anche la Cna, secondo cui le nuove misure “stanno provocando il disimpegno degli intermediari nell’acquisto dei crediti di imposta” e Confartigianato, il cui presidente Marco Granelli ha inviato una lettera a Mario Draghi lamentando che “ancora una volta, invece di colpire i disonesti con misure mirate e chirurgiche, si finisce per sparare nel mucchio con misure restrittive che danneggiano, senza ragione, tutti gli imprenditori” e “in questo modo non si scoraggiano certo i ‘furbi’, ben capaci di aggirare le complicazioni burocratiche, ma si rallentano, invece, le operazioni di acquisto dei crediti, soprattutto da parte degli operatori finanziari”.

Delusione è stata espressa anche dal direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, che ha manifestato “rammarico per il mancato accoglimento delle istanze provenienti dai mondi delle imprese e delle banche affinché la misura dell’anticipazione del superbonus possa continuare ad esplicitare i suoi effetti positivi sull’economia, nel pieno rispetto della legalità”. Per il numero uno dell’associazione delle banche i forti vincoli introdotti dal Sostegni ter, “anche con effetti sostanzialmente retroattivi, creano incertezza anche sui contratti già stipulati”.