Scuola

Scuola, il rientro in classe a Milano tra mancanza di personale e problemi nella gestione degli studenti: “Ma non possiamo tornare a distanza”

Torna a suonare la campanella e dopo la pausa delle festività, in quasi tutta Italia, gli studenti rientrano a scuola in presenza. Con l’aumento esponenziale dei positivi e le ultime decisioni del governo, non mancano le criticità nella gestione dell’organizzazione didattica negli istituti. In tanti questa mattina sono riusciti a tamponare le assenze del personale scolastico, ma la preoccupazione rimane, in attesa di conoscere l’evoluzione della situazione pandemica.

“Nel nostro istituto registriamo una cinquantina di studenti positivi e cinque docenti assenti per Covid, numeri gestibili tenendo conto che abbiamo 110 docenti e 1.260 studenti, adesso vedremo cosa succederà nei prossimi giorni”, sottolinea Domenico Squillace, dirigente scolastico del Liceo Scientifico “Alessandro Volta” di Milano. “Da noi manca circa il 15% del personale scolastico, ma siamo stati in grado questa mattina di sostituire gli assenti. Certo – aggiunge Francesca Giuranna, dirigente dell’istituto “Schiaparelli Gramsci” di Milano – su questo fronte ci sono delle criticità”.

Ma l’attenzione dei dirigenti scolastici è puntata anche sulla futura gestione degli studenti e delle eventuali positività nelle classi: le ultime decisioni del governo hanno, infatti, modificato le regole di gestione della didattica a distanza e in presenza. Per le scuole medie e superiori, ad esempio, con un caso di positività si continua ad andare a scuola in presenza e si applica l’autosorveglianza e l’obbligo di mascherine Ffp2. Con due casi chi è vaccinato con il booster o guarito da meno di quattro mesi resta in classe, i non vaccinati e i vaccinati e guariti da più di 120 giorni vanno invece in dad. Con tre positivi, tutta la classe resta a casa e segue le lezioni da remoto per un tempo massimo di dieci giorni.

“Le norme sono cambiate recentemente e per noi non sono facili da gestire”, commenta Giuranna: “Adesso dobbiamo anche trattare i dati vaccinali, con la distinzione anche del tempo di vaccinazione degli studenti. La gestione è molto più complessa di prima e questo sarà per noi un super lavoro”. Difficile far rispettare anche il distanziamento tra gli studenti in gran parte degli istituti a causa delle dimensioni delle aule: “Gli spazi sono piccoli e questo purtroppo è un problema che non si può risolvere e che va al di là della pandemia”, commenta la dirigente dell’istituto “Schiaparelli Gramsci”.

Intanto il fronte dei dirigenti scolastici è diviso tra chi (come i duemila che hanno sottoscritto una lettera inviata al governo) ha chiesto la reintroduzione della didattica a distanza almeno fino a fine gennaio e chi invece è favorevole al mantenimento della didattica in presenza. “La scuola può anche chiudere, ma in un Paese civile è l’ultimo servizio a dover chiudere”, afferma Squillace che ai colleghi firmatari della lettera contesta il fatto che “siano stato proprio i presidi ad aver chiesto la Dad”. “Oggi con più del 95% dei docenti e quasi l’80% degli studenti vaccinati – aggiunge – non possiamo fare le stesse cose dello scorso anno quando i vaccinati erano lo zero per cento”.

Rimane l’incognita dei trasporti. Da oggi infatti è obbligatorio per viaggiare su metro, bus e tram il green pass rafforzato (vaccinati e guariti). Non sarà più possibile utilizzare il trasporto pubblico con il solo tampone. Una novità che interessa pertanto anche gli studenti non vaccinati che per raggiungere la scuola utilizzano i mezzi pubblici.