Cronaca

Alcune Regioni rischiano la zona arancione a Capodanno? Ecco perché è improbabile

La Provincia di Trento e il Friuli Venezia Giulia sono le due aree con i maggiori tassi di occupazione dei reparti, eppure parametri e tempistiche per i cambi di colore rendono difficile un inizio di 2022 in una fascia di rischio peggiore (dove le restrizioni sarebbero solo per i non vaccinati). Salvo che non cambino le regole, il governo non decida di "forzare" la mano o i presidenti di Regione si auto-collochino in arancione

Quelle nelle peggiori condizioni sono la Provincia di Trento e il Friuli Venezia Giulia, con percentuali elevate di occupazione dei posti letto in area medica e terapia intensiva. E da più parti si ipotizza che alcune Regioni potrebbero trascorrere il Capodanno in zona arancione. Ma è davvero così? Come stanno le cose? In realtà, tra le soglie fissate in estate per finire nella fascia di rischio ancora più elevata e le tempistiche del meccanismo che porta ai cambi di colore, è improbabile che qualche area dell’Italia si ritrovi ad affrontare l’inizio del 2022 in arancione.

Per passare dal giallo all’arancione è infatti necessario che una Regione abbia il 20% dei posti letto occupati in terapia intensiva e il 30 per cento in area medica, come stabilito a luglio nel decreto Covid approvato dal governo in accordo proprio con le Regioni. Oggi la Provincia di Trento ha il 27% dei posti letto occupati rianimazione e il 18% in area medica. Il Friuli Venezia Giulia invece il 16 e il 23 per cento. Entrambe sono quindi vicine a una delle soglie (Trento per le terapie intensive e Friuli Venezia Giulia per i reparti ordinari) ma abbastanza lontane dall’altra.

Teoricamente potrebbero entrambe ritrovarsi con valori da zona arancione in prossimità di San Silvestro, qualora la zona gialla e altre misure prese a livello locale (a Trento è già proibito bere il caffè al bancone per chi è sprovvisto di Super Green pass) non dovessero dispiegare i propri effetti. Ma le tempistiche che portano al cambio di colore da parte del ministero della Salute, in realtà, rendono improbabile l’ipotesi di una zona arancione “ufficiale”.

La cabina di regia che si riunirà venerdì, infatti, analizzerà i dati del monitoraggio aggiornati a giovedì 23 e stabilirà i colori delle Regioni da lunedì 27, che verranno ufficializzati con le eventuali ordinanze del ministro Roberto Speranza. Salvo un drammatico peggioramento delle occupazioni nei prossimi due giorni, un suggerimento di “forzare” il passaggio anche senza che siano state superate le soglie o la decisione autonoma della singola di Regione di collocarsi nella fascia di rischio, quindi, nessuno passerà in arancione dal giorno seguente a Santo Stefano per mano del governo.

L’analisi successiva si baserà poi sui dati di giovedì 30 e dispiegherà i suoi effetti con il passaggio di colore da lunedì 3 gennaio 2022, quando il Capodanno sarà ormai passato. Sulla base dei dati più aggiornati e delle regole valide oggi, quindi, è difficile che una Regione trascorra il Capodanno in arancione. Saranno invece diversi i territori in giallo, probabilmente più delle attuali sette (oltre a Trento e Friuli Venezia Giulia, ci sono anche Veneto, Liguria, Marche, Calabria e Bolzano).

Ma cosa cambierebbe in arancione? Se non dovesse arrivare una stretta generalizzata durante l’incontro convocato da Mario Draghi per giovedì 23, attualmente il passaggio in arancione comporta nuove limitazioni solo per i non vaccinati. Senza vaccino o guarigione dal Covid, tra le altre cose (qui l’elenco completo) non si potrà più prendere il caffè al bancone, mangiare all’aperto in un ristorante, accedere ai centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi, e sarà necessario almeno un tampone per uscire dal proprio Comune di residenza. Chi ha un Green pass rafforzato, invece, potrà continuare a svolgere tutte attività come in bianco e giallo.