Lavoro & Precari

Ricordate i ferrovieri sulla torre della stazione di Milano? Dieci anni fa, dicono, ‘avevamo ragione’

Ve li ricordate quelli della torre faro della stazione ferroviaria di Milano? I lavoratori che la notte tra l’8/9 dicembre 2011 avevano occupato la struttura in ferro del binario 21 in segno di protesta contro i licenziamenti in massa fatti tra coloro che lavoravano sui treni notte. Una occupazione durata fino al 18 giugno quando è sceso Stanislao.

Sei mesi su una struttura in ferro. L’allora direttore Antonio Padellaro volle che il Fatto Quotidiano cartaceo seguisse quella vicenda con un diario quotidiano “marchiato” da un inconfondibile disegno di Natangelo. Sempre per il Fatto Quotidiano, una domenica mattina, ero stata la prima giornalista a salire su quella torre.

Ne era nata la video intervista che potete rivedere cliccando qui:

Era qualcosa di unico e straordinario che stava accadendo.

Sono passati esattamente 10 anni. La torre in ferro è stata segata, rimossa, cancellata come struttura ma sicuramente anche come simbolo di quei giorni ai quali facevano a gara tutti per esserci.

Dieci anni dopo le questioni che sollevavano quei lavoratori sono esattamente le stesse. Come dimostra anche l’interrogazione parlamentare numero 592 del 10 novembre 2021, presentata dal deputato Paolo Ficara, che invito tutti a leggere così come la lettera che mi hanno mandato Oliviero e Giuseppe che trovate di seguito.

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Dieci anni fa siamo stati licenziati e abbiamo occupato la torre faro della stazione centrale di Milano. Avevamo ricevuto la lettera di licenziamento tre mesi prima. Oggi licenziano con un sms o con una chiamata su Teams. Noi ci siamo organizzati con una protesta, oggi con la “scusa” del Covid si discute se sia legittimo scioperare.

Buona parte di noi è stata poi ripresa in servizio perché i treni notturni rimangono un sevizio universale: viaggiano sempre completi e uniscono il Paese da nord a sud e viceversa. I treni notte continuano la loro corsa e la loro missione nonostante vengano perennemente trascurati sia come manutenzione del materiale rotabile sia come condizioni di lavoro.

A chi ci chiede se la nostra protesta sia valsa la pena rispondiamo che sicuramente è stato giusto occupare la torre e protestare in modo civile: la città ha risposto. Nessuno di noi si sarebbe aspettato che il nostro gesto suscitasse una risposta così forte da parte della società civile, una risposta che piano piano si è allargata a tutto il paese.

Avevamo ragione a difendere non solo il nostro lavoro ma a riconoscere il valore di questo servizio che è stato poi nuovamente finanziato dal governo con stanziamenti di circa 200 milioni di euro per l’acquisto di nuovi treni notturni.

Nonostante ci siano segnali positivi in favore di un incremento dei treni notturni a livello europeo, assistiamo purtroppo ad una scarsa sensibilità da parte delle organizzazioni sindacali in merito ai nostri treni notte e ai loro lavoratori. Sembra quasi che il sindacato non abbia fatto propria la nostra lotta/vertenza non valorizzandone il ricordo tanto meno difendendo i diritti dei lavoratori.

Avevamo ragione a difendere il nostro lavoro e il diritto alla mobilità di tutti i cittadini così come è previsto nella nostra Costituzione. Oggi rifaremmo quanto abbiamo fatto pur di difendere un bene comune quali sono i treni notte: il diritto alla mobilità e al lavoro.

Oliviero e Giuseppe