Televisione

No Vax in tv, Monica Maggioni come Enrico Mentana: “Nessuna voce al Tg1”. Ma Massimo Giletti replica: “Io non censuro, contrasto questo metodo”

Le parole di Mentana, nome di peso dalle parti di La7, non avevano un solo destinatario, considerando lo spazio concesso ai no-vax e no Green Pass sia su Rete 4 sia a "CartaBianca", ma si erano mosse in una direzione opposta rispetto ad alcuni titoli della rete: da “Non è l’arena” a “DiMartedì“, da “Piazzapulita” a “L’Aria che tira". Subito il dibattito si è infiammato

In un post pubblicato sui social Enrico Mentana aveva espresso in maniera chiara la sua posizione: nessuno spazio ai no-vax al TgLa7. Parole simili sono arrivate nelle scorse ore da Monica Maggioni, fresca di nomina alla direzione del Tg1: “No voce ai no vax al Tg1. Se ci va di mezzo la vita delle persone non puoi mettere sullo stesso piano uno scienziato e il primo sciamano che passa per strada. Deve tornare a contare la competenza, non tutte le opinioni hanno lo stesso valore”, ha dichiarato la giornalista al quotidiano Repubblica.

Le parole di Mentana, nome di peso dalle parti di La7, non avevano un solo destinatario, considerando lo spazio concesso ai no-vax e no Green Pass sia su Rete 4 sia a “CartaBianca”, ma si erano mosse in una direzione opposta rispetto ad alcuni titoli della rete: da “Non è l’arena” a “DiMartedì“, da “Piazzapulita” a “L’Aria che tira“.

Giletti ha scelto di replicare al direttore del TgLa7 precisando che il suo programma “è una agorà che deve creare dibattito, aperta anche a chi non la pensa come me”, e ha rilanciato la proposta di Mentana con una provocazione: “Non credo che Mentana sia un fascista eppure quando CasaPound lo ha invitato, lui ci è andato. Io, invece, no, sebbene da inviato avrei potuto farlo”, spiega a La Stampa. Il riferimento è alla partecipazione del giornalista a un confronto avvenuto a Roma il 29 dicembre 2017 con Simone Di Stefano, leader del movimento dichiaratamente neofascista.

Perché vengono ospitati personaggi discussi come Stefano Puzzer e Fabio Tuiach? “Innanzitutto Enrico conduce un Tg di 30 minuti mentre io un approfondimento di quattro ore, in cui do notizie”, spiega il conduttore di Non è l’Arena e aggiunge: “Io non censuro. Io contrasto questo metodo. Sono un anarchico di questo mestiere e porto nel mio programma ogni forma di contraddizione. Non censuro, faccio domande scomode per smascherare le fake. Ognuno a casa si farà la propria idea. Posso non essere d’accordo con Montagnier, Freccero e Cacciari, ma hanno il diritto alla parola e non solo perché sono intellettuali. Sono contrario a portare in tv solo il pensiero mainstream. Bisogna ascoltare tutte le voci è importante che una trasmissione dia spazio anche a chi la pensa diversamente da me ma come 8 milioni di persone No Vax e No Green Pass. Criminalizzare è sempre un errore“.

“Mi onoro di non aver mai ospitato nel tg che dirigo nessun esponente dei no-vax. A chi mi dice che così impongo una dittatura informativa, o una censura alle opinioni scomode, rispondo che adotto la stessa linea rispetto ai negazionisti dell’Olocausto, ai cospirazionisti dell’11 settembre, ai terrapiattisti, a chi non crede allo sbarco sulla luna e a chiunque sostiene posizioni controfattuali, come sono quelle di chi associa i vaccini al 5G o alla sostituzione etnica, al Grande Reset, a Soros e Gates o scempiaggini varie”, aveva scritto nei giorni scorsi Enrico Mentana.

Il direttore del TgLa7 in un post pubblicato sui social aveva espresso in maniera chiara la sua opinione sullo spazio, da molti ritenuto eccessivo, concesso nei programmi informativi a chi osteggia la verità con complotti e teorie antiscientifiche: “Per me mettere a confronto uno scienziato e uno stregone, sul Covid come su qualsiasi altra materia che riguardi la salute collettiva, non è informazione, come allestire un faccia a faccia tra chi lotta contro la mafia e chi dice che non esiste, tra chi è per la parità tra uomo e donna e chi è contro, tra chi vuole la democrazia e chi sostiene la dittatura”.