Cronaca

Green pass, Regioni temono un decreto Covid “light” per tenere in equilibrio la maggioranza. E i governatori del Nord tremano per lo sci

Sì all'obbligo di terza dose per i sanitari, certificato verde di 9 mesi ma cautela sull'introduzione del Super Green pass, almeno in zona bianca. Giorgetti: "Stretta per i non vaccinati? Questo non lo so". Sulle "premialità" dentro la maggioranza le idee sono ancora diverse. Emerse, in netta minoranza, anche dentro la Conferenza delle Regioni, dove il più restio sarebbe il presidente delle Marche Francesco Acquaroli (Fdi)

Il sentore è quello di un decreto che alla fine sarà annacquato, una mossa a metà in attesa di capire se la crescita del contagio è strutturale o meno: sì all’obbligo di terza dose per i sanitari, certificato verde ridotto a nove mesi, oltre al via libera all’anticipo del booster a 5 mesi come già annunciato dal ministro Roberto Speranza, ma cautela sull’introduzione del Super Green pass, almeno in zona bianca. Una decisione figlia della necessità di tenere insieme i pezzi della maggioranza, che sulle “premialità” ai vaccinati hanno posizione e idee diverse. Emerse, in netta minoranza, anche dentro la Conferenza delle Regioni, dove – apprende Ilfattoquotidiano.it – il più restio sarebbe il presidente delle Marche Francesco Acquaroli, esponente di Fratelli d’Italia e, dati alla mano, tra coloro che rischiano di ritrovarsi con valori da zona gialla (ha già più del 10% di posti occupati in terapia intensiva) che porterebbe a una stretta per i non vaccinati.

Mentre il fronte dei governatori del Nord, leghisti in testa, spinge perché ha un’urgenza: salvare la stagione invernale e tenere aperti gli impianti da sci, costretti alla chiusura anticipata nel 2020 e mai riaperti nel 2021. Una situazione magmatica quella che si respira alla vigilia del Consiglio dei ministri destinato a varare le nuove norme per contenere la ripartenza del contagio. Dentro le forze che sostengono il governo Draghi, il Pd e Forza Italia sono quelle maggiormente disposte a una stretta per limitare la socialità dei non vaccinati, spalleggiati dal ministro della Salute. Per questo domattina si riunirà la cabina di regia e dopo un nuovo passaggio con le Regioni, si andrà in Cdm. Il fronte più prudente vorrebbe far partire le restrizioni al di là della zona di rischio, quindi anche in zona bianca. Ma alla fine potrebbero scattare in giallo, se non in alcuni casi addirittura in arancione.

Quella di restrizioni subito e al di là del colore è un’idea che cozza con quella della Lega, il cui leader Matteo Salvini è da sempre su posizioni meno oltranziste nei confronti di chi non ha aderito alla campagna vaccinale. E negli scorsi mesi ha già dovuto digerire le misure volute in alcune occasioni in primis dal presidente del Consiglio Mario Draghi, ad iniziare dal Green pass sul posto di lavoro. “Evitare ulteriori chiusure e paure, lavorando a soluzioni di buonsenso”, spiegavano lunedì fonti leghiste. Concetto ripetuto dopo l’incontro di martedì mattina con i governatori, con l’aggiunta di evitare anche “complicazioni per gli italiani” e “messaggi allarmistici”, nonché un “secco no” al Green pass per gli under 12. Non a caso, il ministro Giancarlo Giorgetti ha risposto “questo non lo so” a chi gli chiedeva di un’eventuale stretta per i non vaccinati. Ma proprio i presidenti leghisti del Nord – Fontana, Zaia, Fedriga – hanno anche spiegato e ottenuto che tra gli obiettivi principali deve esserci la “salvaguardia della stagione turistica invernale”.

È questo il grande tema in ballo nelle prossime settimane, visto quanto spiegava anche il presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatscher lunedì sera dopo aver firmato l’ordinanza restrittiva che ha reintrodotto il coprifuoco in 20 Comuni dell’Alto Adige e l’obbligo di mascherina all’aperto: “Per la stagione invernale abbiamo ricevuto molte più prenotazioni del solito, soprattutto da turisti tedeschi e austriaci che vogliono evitare le restrizioni nei loro territori”, ha detto a La7. Riuscire ad arrivare al Natale sotto controllo e gestire i contagi nel primo trimestre del 2022 potrebbe trasformarsi in un volano economico vista la situazione difficile dell’Austria costretta in lockdown e di una Germania alle prese con una situazione sanitaria pesante, destinata a durare mesi. Agire in maniera incisiva ora – è il ragionamento che le Regioni – vorrebbe dire evitare l’arrivo alle festività natalizie con 20-30mila casi al giorno, in un periodo in cui sotto il profilo sanitario andranno ad incrociarsi un fisiologico aumento della socialità al chiuso e calerà la protezione vaccinale di larga parte della popolazione, trascorsi ormai quasi sei mesi dal periodo di boom della campagna.