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Paesi Bassi, scontri tra la polizia e i manifestanti anti-lockdown. Lancio di pietre e incendi: arrestate 40 persone

Le autorità hanno usato cannoni ad acqua, cani e polizia a cavallo per bloccare i manifestanti in rivolta. Il governo del premier Mark Rutte ha deciso il 12 novembre scorso di tornare a un lockdown parziale di tre settimane nel Paese, dopo l'aumento preoccupante dei contagi da coronavirus.

È stata una notte, la seconda consecutiva, di manifestazioni e scontri con la polizia nei Paesi Bassi, con i manifestanti anti-lockdown che sono scesi in piazza in diverse città del Paese, arrivando anche al faccia a faccia con le forze dell’ordine. Così 40 manifestanti sono stati arrestati in tre diverse province olandesi.

Le autorità hanno usato cannoni ad acqua, cani e polizia a cavallo per bloccare i manifestanti in rivolta che hanno appiccato incendi e lanciato pietre contro gli agenti: cinque di loro sono rimasti feriti all’Aja, dove è stato registrato il maggior numero di arresti. Altri disordini sono avvenuti in due città nella provincia meridionale di Limburg, nella città di Urk e nella provincia settentrionale di Flevoland.

Il governo del premier Mark Rutte ha deciso il 12 novembre scorso di tornare a un lockdown parziale di tre settimane nel Paese, dopo l’aumento preoccupante dei contagi da coronavirus. Tra le misure messe in campo ci sono la chiusura di bar e ristoranti alle 20 e dei negozi di beni non essenziali alle 18. Via anche i tifosi dagli stadi. Ampliata la gamma di luoghi in cui sarà necessario mostrare il green pass. Le restrizioni si applicheranno almeno fino al prossimo 4 dicembre. Tra queste torna anche la forte raccomandazione allo smart working – da evitare solo se indispensabile – e al ricevere a casa massimo 4 persone. Nei luoghi di lavoro tornerà il distanziamento sociale obbligatorio di 5 metri. Salvi – ma con restrizioni sulla capienza – cinema e teatri. L’asporto sarà consentito e non è previsto il coprifuoco.