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City break in Israele: alla scoperta di Tel Aviv e Gerusalemme

Dalla città delle tre grandi religioni monoteiste alla capitale gay-friendly d’Oriente, Israele è al bivio tra tradizioni e voglia di modernità. Con interessanti riflessi per il mondo del turismo, che si apre a nuove idee e filoni.

Terra Santa sì, ma non solo. Israele è da qualche tempo al centro di una vera e propria rivoluzione dei costumi e delle abitudini, per uno dei paesi più instabili (a livello geopolitico) del mondo ma che allo stesso tempo è campione nelle nuove tecnologie e nello sviluppo.

La tradizionale accezione di destinazione per i pellegrinaggi dei cristiani sui luoghi della vita di Gesù Cristo (Gerusalemme, Betlemme, Nazareth) è oggi affiancata dalla ricerca di nuove idee di viaggio che coniughino lifestyle, benessere e maggiore interesse per la natura.

Inoltre, sul fronte della pandemia, il paese può vantare una delle risposte più rapide ed efficaci che siano state applicate, grazie a una campagna vaccinale che si è già ampiamente estesa alla terza dose. I turisti che si recano nel paese devono dimostrare di aver completato la vaccinazione da meno di sei mesi, sottoporsi al tampone o test PCR compatibile e dotarsi di una assicurazione sanitaria che copre i rischi in caso di infezione da COVID-19. Come ulteriore pratica di sicurezza, le autorità chiedono di mostrare il Green Pass europeo, che sarà convertito nell’equivalente israeliano – e tradotto nelle lingue ufficiali del paese, israeliano e arabo – per essere mostrato dove richiesto.

City break a Gerusalemme: cosa vedere oltre la Spianata

Tra passato e futuro. La “capitale” di Israele (il ruolo è formalmente conteso per via del conflitto israelo-palestinese) è sicuramente il fulcro del paese affacciato sul Mediterraneo, città santa per le tre grandi religioni monoteiste, che qui hanno i loro luoghi sacri per definizione: il Tempio di Salomone per gli ebrei, la Basilica del Santo Sepolcro per i cristiani, la Moschea al-Aqsa per gli islamici. Nella Città Vecchia si confondono e uniscono le narrazioni delle fedi, che qui richiamano profeti, storie e leggende comuni.

Gerusalemme non è solo il luogo del pellegrinaggio in Terra Santa, quello che si visita per motivi religiosi una volta nella vita, ma piuttosto la si dovrebbe affrontare con lo spirito di chi ama immergersi nelle contaminazioni di più culture. Bellissimo il quartiere di Mea Shearim, con le sue antiche tradizioni dell’ebraismo haredi (ultraortodosso), dove uomini e donne indossano abiti lunghi e mesti e parlano rigorosamente in yiddish. Il rispetto della “santità del quartiere” è richiesto anche ai visitatori, che dovrebbero indossare abiti lunghi, non aderenti, gonne sotto il ginocchio e maniche lunghe.

Numerosi i punti panoramici di Gerusalemme, come quello della Chiesa del Redentore, alla cui sommità del campanile si arriva dopo aver salito 750 gradini. E se la salita vi mette fede, si può gustare la cucina biblica di Moshe Bassan o piatti tipici austriaci, come avviene nell’Ospizio austriaco collocato proprio al centro della Città Vecchia.

Tel Aviv, libertà e costume per una vacanza vista mare

Se Gerusalemme è la capitale del buon fedele, degli usi e costumi antichi, Tel Aviv risponde con uno stile rilassato e le sue moderne architetture, che la rendono al centro dell’Israele proiettato al futuro, quello delle società elettroniche e informatiche, ma anche della ricerca sanitaria e farmaceutica.

L’elegante stile Bauhaus di inizio Novecento, presente nel centro città, fa da contraltare a palazzi e grattacieli luminosi che si stagliano su un lungomare curato e accogliente. Avanguardista, l’affaccio panoramico sul Mediterraneo è ricco di locali dove israeliani e turisti amano fare le ore piccole, godendo del clima mite della città.

Una visita a Jaffa, l’antico quartiere di Tel Aviv svelerà le tradizioni islamiche del luogo, tra moschee e botteghe tradizionali: l’occasione è ghiotta anche per del sano shopping, magari al mercatino di Shuk Hapishpashim.

Modernissimo è invece il Museo d’Arte di Tel Aviv, costruito su progetto di Scott Cohen e nel quale sono ospitate migliaia di opere di artisti europei, da Van Gogh a Monet: nel Giardino, dedicato a Lola Beer Ebner, sono ospitate opere di Joel Shapiro e Anthony Caro.

L’abbiamo già visto: in Israele le religioni si fondono (e confondono). È il caso della Chiesa di San Pietro, uno splendido edificio baroccheggiante – costruito con richiami alle chiese dei Conquistadores spagnoli, affacciato sull’Abrasha Park e con una insuperabile vista mare.

Se amate il mare non potrete perdervi la passeggiata rilassante di Tayelet, mentre le tante piante e fiori di Neve Tzedek richiamano le atmosfere di un’isola greca in estate. Arte, spezie e artigianato tipico saranno i migliori souvenir – insieme ai ricordi di un viaggio unico – di Tel Aviv e di Israele.