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Ghali smentisce la “pace” con Salvini: “Non si può fare con chi fa politiche razziste, bugia mediatica. Maglia firmata? Sapevo sarebbe finita al figlio”

Il cantante dopo la "pace" andata in onda su Le Iene, smentisce tutto e anzi contrattacca: "Faremo pace quando ammetterà i propri errori, quando risponderà delle sue azioni, quando racconterà la verità al suo popolo e smetterà di creare disinformazione, usando l’immigrato come capro espiatorio dei problemi dell’Italia"

Nessuna “pace” tra Matteo Salvini e Ghali. Dopo la puntata de “Le Iene” di venerdì sera, in cui l’inviato Stefano Corti ha organizzato la “pace” a distanza, facendo firmare al cantante una maglia della nazionale tunisina poi fatta a indossare al politico, che, a favore di telecamere ha salutato con un “pace fatta”, detto in arabo, Ghali ha smentito tutto.

“Sono andato allo stadio per tifare la mia squadra del cuore, lo stesso cuore che mi ha portato ad agire d’impulso. Non ho assolutamente fatto pace con Salvini e non mi sono mai pentito delle parole che gli ho detto durante il derby”, ha fatto sapere il cantante tramite un post su Instagram. La pace, sottolinea, “non si può fare con chi ogni giorno fa guerra ai più deboli portando avanti politiche razziste e di odio, con chi fa soffrire e morire la mia gente”. La pace “si farà quando ammetterà i propri errori, quando risponderà delle sue azioni, quando racconterà la verità al suo popolo e smetterà di creare disinformazione, usando l’immigrato come capro espiatorio dei problemi dell’Italia”. La “storia” della pace tra il cantante e Salvini, sottolinea infine Ghali “è una bugia mediatica“.

“È questa la vera violenza, non una verità urlata in faccia – continua nel lungo post il cantante – Ora dice che mi offrirebbe un caffè, ma allo stadio ha cercato di farmi cacciare dal mio posto invano.
La mia non è politica, è pre-politica, si parla di umanità. I miei non sono insulti, sono solo l’ennesima segnalazione urlata e frustrata verso il responsabile di innumerevoli ingiustizie”.

Sulla t-shirt firmata e consegnata al leader leghista, Ghali sottolinea: “L’ho firmata solo perché sapevo che sarebbe finita a suo figlio, essendo mio fan, nella speranza che un giorno, crescendo, potrà farsi delle domande e avrà voglia di vivere in un’ Italia diversa da quella voluta da suo padre. In fondo anche io ho preso delle scelte diverse da mio papà, so che può succedere”.