Politica

Assalto alla Cgil, Lamorgese in aula risponde a Meloni: “Strategia della tesione? Accusa ingiusta e ombra inaccettabile”. Fdi protesta

La ministra dell’Interno riferisce in Parlamento sugli scontri di Roma rifiuta “il dubbio che le forze della polizia si prestino ad essere strumento di oscure finalità politiche”. Ma parla di “deficit di sicurezza determinato dalla situazione che ha superato ogni ragionevole previsione”. La bagarre dei deputati del partito di destra che grida “dimissioni”

Più di tre quarti d’ora d’intervento per ripercorrere, tappa dopo tappa, ogni momento delle manifestazioni degli ultimi giorni: a cominciare da quella del 9 ottobre, che si è conclusa con l’assalto alla Cgil. Ma anche per rispondere a Giorgia Meloni, che l’aveva accusata di aver messo in campo una nuova “strategia della tensione“, consentendo ai leader di Forza Nuova di assaltare la sede del sindacato. Ma Luciana Lamorgese respinge le accuse al mittente. E intervenendo alla Camera per illustrare la sua informativa urgente relativa agli scontri a Roma, a Milano e a Trieste, ha replicato alla leader di Fratelli d’Italia. “C’è stata una lettura politica che tende ad accreditare la tesi di un disegno assecondato da comportamento delle forze dell’ordine, devo respingere fermamente questa lettura”, perché essa “insinua il dubbio che le forze della polizia si prestino ad essere strumento di oscure finalità politiche. E’ un’ingiusta accusa, che getta un’ombra inaccettabile sull’operato delle forze ordine”, ha detto la ministra dell’Interno. Provocando proteste e interruzioni dai banchi di Fratelli d’Italia. Il presidente Roberto Fico ha richiamato all’ordine i deputati Andrea Delmastro (si è sentito urlare ‘Basta!”) e Federico Mollicone, entrambi di Fdi, mentre dagli stessi banchi si sentiva chiaramente un coro intonare “dimissioni, dimissioni“.

“Deficit di sicurezza, evidenti criticità nella gestione dell’ordine pubblico” – Quindi la ministra ha ripercorso quanto successo il 9 di ottobre. “Nell’immediatezza dei fatti ho chiesto al capo della polizia una dettagliata ricostruzione delle evidenti delle criticità che, occorre riconoscerlo, hanno contrassegnato la gestione dell’ordine pubblico di quelle ore. E’ palese che non si sia riusciti a contenere tutti i propositi criminali da cui era mossa la parte violenta dei manifestanti, specie quella istigata da elementi più politicizzati“. Un’ammissione seguita dal fatto che Lamorgese ha parlato di un evidente “deficit di sicurezza determinato dalla situazione che ha superato ogni ragionevole previsione” e che non deve “più ripetersi”. La titolare del Viminale ha spiegato che per la manifestazione del 9 ottobre scorso a Roma sono state impiegate “840 unità effettive, un numero da ritenersi adeguato alle stime previsionali”. Stime che, evidentemente, erano al ribasso visto che il numero dei manifestanti era superiore a quello preventivato. “L’iniziativa di Roma ha visto una partecipazione composita e assai eterogenea di gruppi e movimenti politici sia della destra radicale che della sinistra antagonista e della componente anarchica, ma anche di semplici cittadini contro le misure di contenimento del Covid: un numero di persone tra le 10 e 12mila persone. Si tornerà su alcuni interrogativi in merito alla sottovalutazione dell’evento anche a causa di difetti di comunicazione, ad esempio gli organizzatori della manifestazione nel dare preavviso avevano previsto circa mille persone”, ha detto Lamorgese, aggiungendo che “alle 16.45 senza alcuna autorizzazione circa 3mila manifestanti hanno iniziato a muoversi in corteo da piazzale Flaminio” in maniera “impetuosa e disordinata e per un breve momento le forze di polizia hanno accusato una grave difficoltà di reazione”. Perché, a quel punto, non sono stati chiamati in servizio agenti di rinforzo? Il 13 ottobre scorso Lamorgese aveva spiegato sempre a Montecitorio, durante il question time, che la scelta di fermare il numero due di Forza Nuova “non è stata ritenuta percorribile” dai “responsabili dei servizi di sicurezza”, perché “in quel contesto c’era l’evidente rischio di una reazione violenta dei suoi sodali con degenerazione dell’ordine pubblico”. Un passaggio che aveva provocato l’attacco di Meloni e che oggi la ministra non ha ripetuto. “Le interlocuzioni della polizia con Castellino avevano lo scopo di guadagnare tempo per riorganizzare gli assetti delle forze di polizia”, ha detto la ministra. Aggiungendo che “l’irruzione nella sede della Cgil è stato il momento più drammatico” e “che ha turbato l’opinione pubblica per la violenza dell’azione distruttiva e lo sfregio alla democrazia. Un momento durato 8 angoscianti minuti, che ha avuto il suo apice tra le 17.32, quando i manifestanti irrompono nella sede sindacale, e le 17.35, quando le forze di polizia riprendono il controllo della situazione e liberano i locali”.

“Chiara intrusione di frange eversive nella proteste” – Lamorgese ha pure smentito il retroscena – definito “inquietante” – relativo ad “agenti infiltrati nel corso della manifestazione contro il green pass. La ministra ha sottolineato che in piazza erano presenti “agenti in borghese della Digos. E se l’assalto alla Cgil è frutto di un “deficit di sicurezza”, secondo la ministra dell’Interno “è risultato evidente il rischio che la protesta e il malcontento sociale, innescati dagli effetti depressivi della pandemia, potessero essere oggetto di strumentali intrusioni da parte di frange eversive di vario orientamento politico e ideologico, interessate a rilanciare progettualità conflittuali e istanze destabilizzanti anche canalizzando forme spontenee e trasversali di ribellismo rimaste finora prive di regia unica“. In questo senso la ministra ha spiegato che “si attende un periodo ancora molto impegnativo che per altro vedrà a fino ottobre lo svolgimento del G20. E’ da considerare prezioso l’apporto informativo volto a considerare ogni pericolo e indirizzare attività di mediazioni che hanno dimostrato l’efficacia nell’abbassare la tensione e decongestionare la piazza“. Lamorgese ha poi spiegato che “in questo periodo la protesta ha investito minacciosamente ogni ambito facendo emergere nuovi soggetti da tutelare e nuovi obiettivi sensibili da proteggere”. Quindi ha ricordato che “dal febbraio 2020 al 18 ottobre 2021 si si sono tenute in tutta Italia 5.769 manifestazioni di protesta contro i provvedimenti governativi di contenimento del virus. Più della metà, 3.668, si sono svolte nel 2021 e di queste 1.526 tenutesi tra il 22 luglio e il 18 ottobre di quest’anno”. Di questi, ha aggunto, “gli episodi di rilievo sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica si attestano al 3,4%, riguardando soltanto 52 manifestazioni“. In questo senso i fatti di Milano e Trieste “si inquadrano nello stesso contesto dei fatti di Roma”.

Il dibattito in Parlamento – Il dibattito alla Camera è proseguito con l’intervento della deputata M5s Vittoria Baldino: “A Roma c’è stato un cortocircuito dovuto a una non corretta valutazione del numero delle persone in piazza. Che ci siano stati errori è innegabile e bisogna capire cosa e perché non ha funzionato e che non accada più. Allo stesso tempo fa effetto osservare come parte del centrodestra usi la piazza a proprio uso e consumo per lanciare messaggi ambigui e speculare su un malumore che c’è”. Ha attaccato la ministra Gianni Tonelli, deputato della Lega, secondo il quale nell’informativa di Lamorgese “emergono in maniera dirompente le falle della sua organizzazione. Come mai è stato consentito a Castellino e ai suoi sodali di aizzare la folla contro la Cgil? Si è fatta mettere in scacco dai dei ‘rubagalline’ dell’ordine pubblico. La sua informativa signor ministro è un goffo tentativo di autoassolversi”. A difesa dell’esponente del governo di Mario Draghi, invece, si è esposta invece Debora Serracchiani, capogruppo del Pd, che ha definito l’assalto alla Cgil come “di chiara matrice fascista. Un evento grave e inquietante che mette alla luce un disegno di frange neofasciste che miravano ad assaltare palazzo Chigi e il Parlamento”. Poi Serracchiani ha attaccato Meloni: “Nei giorni scorsi abbiamo sentito la leader di un partito accusare il governo di porre in atto una ‘strategia della tensione’. Questo governo è custode della democrazia. E simili accuse vanno rigettate con la massima fermezza”. Ha attaccato frontalmente la ministra, invece, Francesco Lollobrigida, capogruppo di FdI: “Noi non abbiamo dubbi a definire le violenze come quelle alla Cgil di Roma come provenienti da ambienti neofascisti, ma c’è sfuggita la matrice sui fatti di Milano, non abbiamo sentito una parola di condanna da parte del Pd della violenza rossa che, grazie alla polizia, non ha potuto devastare quotidiani e aggredire la Camera del lavoro“.