Cultura

Palermo, torna “La macchina dei sogni”. Mimmo Cuticchio mette in scena l’Inferno dantesco con il teatro dei pupi siciliani: “Non sono burattini”

“Sulle vie dell’Inferno” (29, 30 e 31 ottobre alle 21 al Real Teatro Santa Cecilia) si inserisce nella 38esima edizione del Festival. Cuticchio: "Ogni pupo del mio laboratorio ha una storia, e io sono cresciuto con loro"

È dedicata a Dante Alighieri la 38esima edizione del Festival teatrale “La Macchina dei Sogni”, diretto da Mimmo Cuticchio, il maestro dei pupi siciliani di Palermo. Nel 700esimo anniversario della morte del poeta, l’Inferno, il primo cantico della “Divina Commedia”, diventa fonte di ispirazione del Festival che ne rilancia la grande attualità: i mali della società di ieri e di oggi e i valori universali di giustizia, libertà e amore. Un’ispirazione chiara fin dal titolo del Festival – “Sulle vie dell’Inferno” – che è anche quello dello spettacolo cardine de “La Macchina dei Sogni”, firmato da Cuticchio. Il Festival, con il sostegno degli assessorati regionali dei Beni culturali e del Turismo, della Fondazione Sicilia e del ministero della Cultura, anche quest’anno si articola fra eventi di teatro, musica e laboratori. Nel programma, che parte il 21 ottobre e andrà avanti fino al 31, tra la sede del Museo archeologico regionale Antonino Salinas, il Real Teatro Santa Cecilia e il Laboratorio Teatrale di via Bara all’Olivella.

Nello spettacolo “Sulle vie dell’Inferno” (29, 30 e 31 ottobre alle 21 al Real Teatro Santa Cecilia) Mimmo Cuticchio assume il ruolo di un narratore lucido e distaccato. Come Virgilio guida gli spettatori all’interno di una singolare trasposizione dell’Inferno, il cui scenario, calato in un contesto siciliano, è un film realizzato da Cuticchio insieme al regista cinematografico Daniele Ciprì. Le azioni si svolgono in nove luoghi diversi delle altrettante provincie dell’Isola con l’intento di trovare analogie tra alcuni luoghi siciliani di grande forza evocativa e altrettanti ambienti descritti nell’Inferno. A interagire con le immagini filmiche, che fungono da scenario come negli spettacoli della tradizione dell’Opera dei pupi, sono la voce di Mimmo Cuticchio, con il suo cunto, e quella dell’attore Alfonso Veneroso, che interpreta i versi del poeta, mentre un ensemble esegue dal vivo le musiche scritte per l’occasione da Giacomo Cuticchio.

“È sempre un piacere e un onore lavorare con Cuticchio – dice il regista palermitano Daniele Ciprì – un riferimento per il mondo dell’immaginario, il teatro dei pupi ha questa particolarità grazie a cose artigianali si riescono a creare mondi e a fare emozionare. Già in passato come Ciprì e Maresco abbiamo lavorato con lui, aggiungendo le immagini nostre come fondale ai suoi pupi che si muovevano tra battaglie e varie vicissitudini. Quindi l’idea era di realizzare un film muto che fondesse l’immaginario di Mimmo con la realtà delle immagini, della città, degli omicidi, c’erano anche le ciminiere. Adesso mi ha coinvolto per “La macchina dei sogni” sulla divina commedia, e così il film che abbiamo strutturato è la storia di un pupo che si sveglia e viaggia nell’inferno dantesco. Abbiamo messo degli sfondi reali di diverse riprese fatte in Sicilia, il film sarà muto, le parole di Mimmo saranno dal vivo con il suo cunto”. In occasione del Festival saranno presentati anche nove racconti, sempre ispirati all’Inferno, scritti da altrettanti autori: Edoardo Albinati, Giosuè Calaciura, Maria Grazia Calandrone, Antonella Lattanzi, Marco Lodoli, Melania Mazzucco, Beatrice Monroy, Lorenzo Pavolini, Giorgio Vasta. I testi affrontano alcuni sentimenti individuati nella cantica sottolineandone la grande attualità. C’è l’amore, ma anche il tradimento, l’esilio, la pietà, la politica, la conoscenza, le donne, la visionarietà e la memoria. Il Festival darà spazio anche al Teatro di figura con il contributo di altre compagnie: le marionette di Carlo Colla & Figli di Milano, le guarattelle di Bruno Leone di Napoli, il teatro disegnato di Gek Tessaro di Verona. Un Festival che celebra i Pupi siciliani, patrimonio immateriale dell’Umanità per l’Unesco e Mimmo Cuticchio ci tiene a specificare: “I Pupi che vedete appesi nel mio laboratorio non sono dei burattini, ognuno di loro ha una storia, un padre e un figlio, e io sono cresciuto con loro”.