Economia

Superbonus, gli ingegneri: “A settembre 2021 già attivati 120mila posti di lavoro”. M5s: “Governo dia certezze sulla proroga”

Il documento elaborato dalla Fondazione studi del Consiglio nazionale degli ingegneri: "La spesa contribuirebbe alla formazione del Pil per 12,3 miliardi". Il presidente Zambrano: "I Superbonus sono in grado di attivare valore aggiunto e generare un contributo alla formazione del pil tali da compensare le minori entrate dello Stato". Chiesta la proroga della "scadenza degli incentivi almeno al 2026"

A settembre 2021 gli impegni di spesa per interventi hanno raggiunto i 7,5 miliardi di euro. Si stima che questi impegni di abbia attivato nel sistema economico una produzione aggiuntiva di 15,7 miliardi di euro e occupazione aggiuntiva per oltre 120mila posti di lavoro. Gli ingegneri fanno i conti sull’andamento del Superbonus 110%: la Fondazione studi del Consiglio nazionale dei professionisti ha presentato oggi il documento ‘L’impatto sociale ed economico dei superbonus 110% per la ristrutturazione degli immobili: stime e scenari’. Nello studio si stima che nel 2021 “la spesa per Superbonus 110% contribuirebbe alla formazione del 5,8% degli investimenti fissi lordi e contribuirebbe alla formazione del Pil per 12,3 miliardi“. Uno scenario sottolineato dal Movimento 5 stelle, che ora chiede al governo di “dare subito certezze a cittadini e addetti ai lavori disciplinando i dettagli della proroga e la prosecuzione degli altri bonus edilizi“.

Lo studio del Consiglio nazionale degli ingegneri – scrivono in una nota i senatori M5s Girotto, Anastasi, Castaldi, Croatti, Lanzi e Vaccaro – dovrebbe dare le risposte ai “tanti che persistono nel sollevare dubbi sulla sostenibilità” del meccanismo. Un riferimento alle parole del ministro dell’Economia, Daniele Franco, che aveva avvertito che a lungo termine l’effetto del Superbonus al 110% sui conti pubblici potrebbe essere “stratosferico. Ma anche una replica indiretta al rapporto riservato dell’Enea emerso nel fine settimana, in cui si sottolinea che l’efficacia ambientale è “di circa il 28% inferiore per ogni euro investito rispetto a quella che si otteneva con il vecchio ecobonus del 65% e che il costo per ogni singolo intervento “è raddoppiato o addirittura triplicato“.

Oggi gli ingegneri hanno risposto con la loro analisi sull’impatto del superbonus 110% nel sistema economico complessivo, ma anche sulla sua sostenibilità per il bilancio dello Stato. Il 2021 potrebbe chiudersi – è lo scenario descritto nello studio – con impegni di spesa per interventi con Superbonus per 9,3 miliardi di euro (è inclusa la spesa per ecobonus e quella per il sismabonus). Il Centro studi Cni stima che queste risorse potrebbero generare un livello di produzione aggiuntiva totale (all’interno della filiera delle costruzioni, nel comparto dei servizi di ingegneria e architettura, nei settori dell’indotto della filiera e in altri comparti) pari a 19,6 miliardi di euro, con occupazione diretta di quasi 100mila unità e indiretta per poco più di 54mila unità, per un totale di oltre 153mila occupati. In questo scenario, la spesa per Superbonus 110% contribuirebbe alla formazione del 5,8% degli investimenti fissi lordi e contribuirebbe alla formazione del pil per 12,3 miliardi di euro.

Il disavanzo netto per lo Stato attivato dai Superbonus 110% viene stimato in oltre 6 miliardi di euro per il 2021. Tuttavia, è la tesi del Cni, questa cifra sarebbe più che compensata dalla formazione di valore aggiunto per 8,5 miliardi. “Riteniamo – commenta Armando Zambrano, presidente Cni – che la capacità dei Superbonus di generare valore e di avere affetti espansivi nel sistema economico nazionale siano particolarmente apprezzabili”. Inoltre, “i Superbonus potrebbero consentire di attivare un virtuoso processo di rigenerazione del patrimonio edilizio con benefici sociali rilevanti”. “Invitiamo inoltre a riflettere – sottolinea ancora Zambrano – in modo aperto sulla questione della sostenibilità del debito pubblico generato da questa spesa. I Superbonus sono in grado di attivare valore aggiunto e generare un contributo alla formazione del pil tali da compensare le minori entrate dello Stato”. Il presidente del Consiglio nazionale ingegneri, quindi, chiede al governo di spostare “la scadenza degli incentivi almeno al 2026 (con la conclusione del Pnrr), un orizzonte temporale che consideriamo utile per dare attuazione ad un vero piano di riqualificazione energetica e statica del patrimonio edilizio, come l’Europa ci chiede”.

Una richiesta appoggiata dal M5s, in un’altra nota firmata dai deputati Riccardo Fraccaro, Luca Sut e Patrizia Terzoni. “Il contributo del Superbonus 110% alla ripresa del Paese è un dato di fatto certificato da dati, statistiche e studi. L’analisi presentata oggi dal Consiglio Nazionale Ingegneri evidenzia ancora una volta tutto il potenziale della nostra maxi-agevolazione“, scrivono. Agli aspetti economici, si legge nella nota dei Cinquestelle, “va sommato un elemento altrettanto importante: il contributo essenziale del Superbonus 110% al miglioramento delle prestazioni energetiche del patrimonio immobiliare. Interventi che consentono di ridurre le bollette e di centrare gli obiettivi di decarbonizzazione. Per questo, ancora una volta, esortiamo il governo a dare subito certezze a cittadini e addetti ai lavori disciplinando i dettagli della proroga e la prosecuzione degli altri bonus edilizi”, concludono Fraccaro, Sut e Terzoni.