Politica

Morisi, Conte: “Il metro di giudizio di Salvini è meno severo con gli amici”. Di Battista: “Anche lui è forte con i deboli e debole con i forti”

"Lo abbiamo visto in passato e questo da una persona che ha una responsabilità politica non è accettabile". Così il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, intervistato dal direttore de La Stampa Massimo Giannini, commenta il doppiopesismo del segretario leghista (e di vari altri esponenti del Carroccio) in relazione alla vicenda del capo della comunicazione salviniana. La ministra Dadone: "Perbenismo e insulti hanno impedito di affrontare i problemi reali"

“Sulla vicenda personale non giudico, anche perché è di rilievo penale, lasciamo che le inchieste facciano il loro corso. Certo, noto che Salvini quando si tratta di amici o colleghi di partito ha un metro di giudizio meno severo rispetto a coloro che non sono amici o addirittura sono di un colore diverso. Lo abbiamo visto in passato e questo da una persona che ha una responsabilità politica non è accettabile“. Così il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, intervistato dal direttore de La Stampa Massimo Giannini, commenta il doppiopesismo del segretario leghista (e di vari altri esponenti del Carroccio) in relazione al caso di Luca Morisi, il suo social media manager indagato dalla procura di Verona per detenzione e spaccio di droga. La vicenda, aggiunge Conte, “è un ulteriore elemento di confusione per il suo partito: spero che la Lega rientri in quadro di sintesi politica al più presto”.

Dopo un post su Facebook pubblicato a caldo – in cui ha parlato di Morisi come di un amico che sbaglia, che “fa male a sè stesso” e va a aiutato a rialzarsi – in serata Salvini è tornato a parlare del proprio collaboratore e amico: “Per me l’amicizia, la lealtà e la generosità, la solidarietà non sono parole da scrivere su Instagram la sera prima di addormentarsi. Nella vita si può sbagliare, si sbaglia anche venti volte al giorno, le persone per bene, in buona fede sbagliano. Si sbaglia, ma l’importante, quando si è sbagliato, è capire dove si è sbagliato e avere la forza, l’orgoglio e l’umiltà di rialzarsi in piedi, perché dopo ogni caduta c’è una nuova avventura e dopo il temporale torna sempre il sereno”, ha detto alla manifestazione di chiusura della campagna elettorale della Lega, nel quartiere milanese di Niguarda.

L’ex premier non è stato l’unico a notare il nuovo registro linguistico rispetto alle sue passate uscite sul tema-stupefacenti (tra le altre, il commento alla condanna dei Carabinieri per la morte di Stefano Cucchi con “la droga fa male”, o il famoso “lei spaccia?” rivolto a una famiglia della periferia bolognese via citofono). “Salvini, come la stragrande maggioranza dei politici, è forte con i deboli e debole con i forti. Morisi oggi è un debole e io non lo attacco, anzi gli faccio i migliori auguri. Ho avuto amici che hanno vissuto la stessa tragedia e non li ho mai giudicati”, scrive su Facebook l’ex deputato M5s Alessandro Di Battista. Sulla stessa linea il coordinatore dei Verdi Angelo Bonelli: “Morisi è il simbolo della doppia morale della destra italiana che oggi addirittura perdona la Bestia, quella stessa Bestia che metteva sul patibolo dei social migranti, “drogati” ed emarginati. Evitiamo parole di buonismo perché la pericolosa ipocrisia della destra va contrastata senza alcuna esitazione”, dichiara.

Luciano Nobili (Italia viva) twitta che “se si è garantisti, lo si dimostra anche e soprattutto con gli avversari. Il tema non è la vita privata di Morisi, ma quello che spacciava nella vita politica: odio, gogne, fake news. Cosa diffonderebbe la Bestia di Salvini oggi, a parti invertite? Noi non saremo mai come loro”. Mentre la ministra delle Politiche giovanili Fabiana Dadone (M5s) posta una lunga riflessione sui social: “Chi citofonerà a casa di Salvini?”, si chiede. “Scagli la prima pietra chi è senza peccato. La fragilità è parte dell’essere umano, il perbenismo e gli insulti da bar sport invece ci impediscono di affrontare i problemi reali di questo Paese in tutta la loro complessità. Luca Morisi – prosegue – ha fatto del perbenismo provocazione, dell’aggressione digitale mestiere. Sono queste le cose che lo hanno contraddistinto, le “qualità” che gli hanno dato fortuna. Il suo problema è l’ambivalenza, come quella di molti personaggi a destra”.