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Scuola, il Tar del Lazio ha bocciato il nuovo Piano educativo individualizzato (Pei) per gli studenti disabili. Festeggiano le associazioni

Nella sentenza il giudice Giuseppe Sapone scrive che “gli innovativi istituti contemplati dal decreto impugnato paiono porsi in contrasto con norme internazionali in materia di tutela della disabilità”. E a proposito della riduzione delle ore di sostegno: "Le esigenze di finanza pubblica non possono giustificare restrizioni alle tutele da riservarsi agli studenti disabili"

“Se il Tar del Lazio non avesse bocciato il nuovo modello di Pei gli studenti disabili avrebbero avuto una riduzione dell’orario scolastico, l’esonero dello studio da alcune materie e le loro famiglie non avrebbero più potuto dire la loro”. A brindare, dopo la sentenza depositata dalla sezione terza bis del tribunale amministrativo regionale sono nove associazioni che nello scorso mese di marzo avevano presentato ricorso per bloccare l’iter previsto dalle disposizioni del decreto interministeriale 182 del 29 dicembre 2020.

In quell’atto veniva definito il nuovo piano educativo individualizzato (Pei) ovvero quel documento che il team degli insegnanti (non solo quelli di sostegno) con la famiglia e gli esperti deve scrivere per ogni alunno disabile: una sorta di “bussola” che indica a tutti la strada da percorrere per raggiungere gli obiettivi definiti per ciascun alunno. Per la scuola si tratta di un atto importante che dev’essere redatto, in genere, entro il mese di ottobre.

Anche quest’anno doveva essere così: durante il primo collegio docenti i dirigenti avevano già calendarizzato la consegna del nuovo modello e nei mesi scorsi molti istituti avevano organizzato attività di formazione per imparare a definire il nuovo documento e i suoi allegati. Un lavoro, quello svolto finora, che non servirà più a nulla. Il Tar ha annullato i provvedimenti impugnati dalle associazioni che si sono rivolte ai legali per bocciare il Pei elaborato in epoca Lucia Azzolina.

Nella sentenza il giudice Giuseppe Sapone scrive che “gli innovativi istituti contemplati dal decreto impugnato paiono porsi in contrasto con norme internazionali in materia di tutela della disabilità”. E a proposito della riduzione delle ore di sostegno i togati citano: “Le esigenze di finanza pubblica non possono giustificare restrizioni alle tutele da riservarsi agli studenti disabili, con ciò significando che lo Stato è tenuto a porre in essere tutte le misure necessarie per garantire il loro diritto all’istruzione e la loro piena ed effettiva inclusione”. Di fronte a questa disposizione del Tar ora il ministero avrà la possibilità di ricorrere in secondo grado, ma nel frattempo i docenti dovranno compilare il Pei continuando ad usare il modello adottato fino a giugno scorso.

Una soddisfazione per Luigi Porrà, papà di una ragazzo Down, segretario del Coordinamento nazionale delle associazioni delle persone con sindrome Trisomia 21 e legale: “La famiglia ora torna ad avere un ruolo nel Glo, il gruppo di lavoro operativo per l’inclusione. Nel Pei bocciato era stata declassata a partecipante senza alcuna possibilità di dire la sua. Non solo, il decreto 182 prevedeva che a questo tavolo potesse sedere un solo specialista che segue il bambino e tra l’altro sarebbe dovuto essere un professionista a costo zero”.

Non solo. Luigi Porrà temeva anche per l’esonero da determinate materie che poteva essere deciso “ad insindacabile giudizio del Consiglio di classe”. Infine le ore di sostegno “sarebbero state predeterminate in base ai risultati raggiunti”. Detto in altre parole: se Marco, grazie al docente di sostegno, avesse raggiunto buoni risultati sarebbe stato punito con meno ore piuttosto che avere una continuità. “Comprendo – racconta il legale – che molti docenti che hanno studiato e che hanno fatto corsi sul nuovo Pei saranno indignati, ma noi abbiamo presentato ricorso a marzo. Tutti sapevano che la situazione si sarebbe potuta ribaltare”.

D’altro canto CoorDown (che raggruppa circa sessanta associazioni di tutt’Italia) aveva chiesto un incontro con il ministero prima di passare alle vie legali ma avevano trovato la porta chiusa. “Ora speriamo – aggiunge il segretario – che a viale Trastevere non decidano di impugnare la sentenza. In ogni caso siamo pronti a difenderci”. Felice di questa decisione del Tar è anche Evelina Chiocca, presidente del Coordinamento italiano insegnanti di sostegno: “Le misure del decreto 182 erano inaccettabili. Se avessimo portato in porto quel Pei saremmo tornati indietro di decenni giungendo ad una forma di discriminazione nei confronti degli studenti disabili. Ora noi docenti continueremo a lavorare con gli strumenti di sempre nei tempi predisposti”.

La conferma arriva da viale Trastevere: l’ipotesi di fare ricorso è sul tavolo del ministro intanto il dipartimento si sta attivando per dare indicazioni tramite gli Usr alle scuole: tutto annullato, si torna al Pei vecchio.