Società

Tra i vaccinati e non esistono almeno dieci categorie di persone. Ve le elenco

In uno dei post precedenti ho introdotto il concetto di “Cagasotto vax” per definire una tipologia di persona riluttante nei confronti dei vaccini. Fra il serio e il faceto in questo post vorrei portare alla ribalta altre categorie di “vax”. Fra coloro che non sono vaccinati:

1. Esistenzialista vax: “vaccinarsi o non vaccinarsi questo è il problema!” Di fronte ai misteri dell’universo e del senso della nostra esistenza questo gesto di asservirsi o meno alle direttive di un’entità statale che significato assume?

2. Politicante vax: in fin dei conti emeriti sconosciuti senza arte né parte sono riusciti a entrare nel mondo della politica, economicamente piuttosto redditizio. Perché non posso tentare anch’io? Chissà che, cavalcando lo scontento, non accumuli meriti che mi permetteranno di essere messo in lista per il prossimo consiglio comunale?

3. Mi si noti vax: parafrasando le affermazioni del protagonista di un noto film di Nanni Moretti “mi si nota di più se mi faccio vaccinare o se non mi faccio vaccinare?” Forse se aspetto e mi faccio pregare per poi accondiscendere sarò più al centro dell’attenzione nella cerchia dei miei conoscenti. Susciterò più scandalo prendendo quale posizione?

4. Leguleio vax: ho letto le dissertazioni di Agamben, Cacciari e Zagrebelsky e oltre ad averle capite (?) le ho meditate e interiorizzate. Ora esprimo il mio personale parere in punta di legge e di filosofia del diritto. Mi sento veramente al di sopra degli altri.

5. Cavilloso vax: perché devo firmare un consenso informato in cui mi sono chieste competenze di comprensione degli effetti collaterali che non posseggo pienamente?

6. Paranoico vax: c’è un complotto. Mi stanno accerchiando. Vogliono la mia pelle.

7. Depresso vax: tanto si deve morire, meglio prima. A cosa vuoi che serva?

8. Narcisista vax: la mia vaccinazione deve essere un atto estetico artistico in cui, come nelle pitture di Fontana, lo squarcio della tela corrisponda alla penetrazione dirompente dell’ago nella mia carne viva.

9. Ho da lavorare vax: non ho tempo per queste menate, mi spacco la schiena per portare a casa lo stipendio io. Ci andrò ma non trovo mai il tempo. Non sono un fannullone come questi statali che possono assentarsi quando vogliono.

10. Quando mi conviene vax: potrei fare la puntura vicino alle vacanze, in modo da farmi dare alcuni giorni di malattia e fare un ponte. Se non sono vaccinato mi lasciano a lavorare a casa e non devo marcare il cartellino: forse mi conviene aspettare.

Sul fronte dei già vaccinati invece:

1. Esistenzialista vax: e sia! Ho compiuto questo atto di sottomissione sapendo che “ero cenere e cenere ritornerò”.

2. Politicante vax: stare dalla parte della stragrande maggioranza mi porterà qualche gradimento?

3. Mi si noti vax: ostento il mio foro nel braccio come una medaglia.

4. Leguleio vax: ho letto tutte le direttive e le interviste del ministro Roberto Speranza da quando affermava che non erano necessarie le mascherine in Italia perché eravamo sicuri ad ora. Le ho memorizzate tutte (?). So perfettamente come comportarmi in ogni occasione con green pass, certificati, tamponi.

5. Cavilloso vax: perché io che sono un prode vaccinato devo avere gli stessi diritti di uno che non si immola per la patria?

6. Paranoico vax: tra coloro che non si sono vaccinati si annidano gli untori che vogliono farci soffrire ancora per anni.

7. Depresso vax: tanto si deve morire, meglio prima. Mi è andata male, il vaccino non mi ha ucciso.

8. Narcisista vax: ho postato su tutti i social la mia foto con l’ago infilzato e un sorriso smagliante.

9. Ho da lavorare vax: porco qui, porco là. Ho perso due ore di lavoro per ‘sta minchiata.

10. Quando mi conviene vax: dopo il vaccino mi sono fatto dare sette giorni di malattia. Ora lamento vari malesseri che condizionano il mio rendimento lavorativo.

Mi preme sottolineare che uno dei problemi più rilevanti che determina incomprensioni fra gli esseri umani è l’idea che gli altri ragionano e provano emozioni nel mio stesso modo. In realtà esiste una rilevante variabilità, per cui prima si riconosce che ”io non posso sapere quali siano gli istinti, le emozioni e i ragionamenti degli altri” prima si riesce a essere attenti, empatici e accoglienti per poterli comprendere.