Cronaca

Sara Pedri, ginecologa scomparsa: “Il primario del reparto è da licenziare”. Lo decisione della commissione disciplinare

Vincenzo Ferrante, legale del medico: "Abbiamo depositato un’ampia documentazione che dimostra la piena legittimità delle decisioni prese nella gestione dell’Unità operativa". I Nas ipotizzano il reato di maltrattamenti ai danni di 14 sanitari. La procura non ha ancora iscritto nessuno nel registro degli indagati. Nel telefono della dottoressa - di cui si sono perse le tracce il 4 marzo - il messaggio inviato a un amico: "Dicono che sono una terroncella da raddrizzare perché mi sono specializzata all’università della Calabria"

Saverio Tateo, primario del reparto di ginecologa del Santa Chiara di Trento dove lavorava Sara Pedri, scomparsa lo scorso 4 marzo, deve essere licenziato. Lo ha deciso la commissione disciplinare istituita dall’azienda sanitaria provinciale. “Alle contestazioni mosse al dottor Tateo abbiamo risposto punto per punto depositando un’ampia documentazione che dimostra la piena legittimità delle decisioni prese nella gestione dell’Unità operativa. Mi verrebbe da dire che in questa vicenda il perseguitato è Tateo“, ha detto al quotidiano l’Adige Vincenzo Ferrante, legale del primario.

Sara Pedri, ginecologa di 32 anni, sparisce nel nulla poco dopo il suo trasferimento dall’ospedale di Trento a quello di Cles. “La conferma o meno del provvedimento spetterà al Comitato dei garanti, peraltro costituito solo dopo lo scrutinamento degli atti alla base delle contestazioni – precisa il professor Vincenzo Ferrante, legale di Tateo. Abbiamo replicato a ogni addebito con evidenze non nostre, ma estrapolate da documenti dell’azienda sanitaria stessa. Al dottor Tateo non sono state mosse evidenze riferibili alla scomparsa della dottoressa Pedri: si è invece parlato di fatti del 2018 su cui l’azienda sanitaria si era a suo tempo già espressa senza annotare rilievi. Mi pare si stia abbandonando ogni regola del diritto”, ha proseguito il legale. “In caso di conferma del licenziamento, impugneremo l’atto e sarà il tribunale a decidere: se la sede giudiziaria ci darà ragione poi qualcuno dovrà risarcire il danno”.

Secondo l’avvocato Nicodemo Gentile, che rappresenta la sorella e la mamma di Sara Pedri, il provvedimento “Dice che i fatti da noi denunciati erano veri. Siamo consapevoli che siamo ai primi passi per arrivare alla verità. Aspettiamo che si esprima la magistratura”. Dall’azienda sanitaria nessun commento. I carabinieri del Nas, intanto, continuano ad ascoltare il personale che ha prestato servizio nello stesso reparto dove lavorava la ginecologa, finito al centro dell’ispezione del ministero della Salute. Proprio durante queste audizioni, una dottoressa ha ricordato una presunta intimidazione ricevuta dal primario, che secondo il suo racconto si è rivolto a lei dicendole “Saresti da eliminare fisicamente”. La procura sta analizzando le informative dei Nas, che ipotizzano il reato di maltrattamenti ai danni di 14 sanitari. Al momento però non c’è alcun nome iscritto nel registro degli indagati. Nel telefono di Sara Pedri è stato ritrovato anche un messaggio inviato in chat a un amico: “Dicono che sono una terroncella da raddrizzare” ha scritto la ginecologa, “Perché mi sono specializzata all’università della Calabria”. Le copie forensi delle chat sono ancora al vaglio della procura. “A furia di puntarle il dito contro”, spiega la madre Emanuela, “Sara era arrivata a colpevolizzarsi e addirittura a mettere in dubbio la sua preparazione professionale che invece era stata ampiamente riconosciuta ed apprezzata proprio dai professori dell’ateneo calabrese”.