Economia

Imprese, rinviato a maggio 2022 il Codice della crisi. Ma da novembre ci sarà un “facilitatore” per favorire accordi debitori-creditori

La "composizione negoziata della crisi" punta a favorire una emersione precoce della crisi con l'inserimento di una figura terza, specializzata. Per avviare la procedura sarà a disposizione una piattaforma unica nazionale accessibile dal sito di ogni camera di commercio

L’entrata in vigore del Codice della crisi, prevista dal 1 settembre 2021, è stata rinviata a maggio 2022. Ma per affiancare le imprese in difficoltà verrà nel frattempo istituita una nuova procedura, la “composizione negoziata della crisi”, che sarà attiva dal 15 novembre 2021 per affrontare la gestione della ristrutturazione del debito e raggiungere l’obiettivo del risanamento aziendale anche nel contesto della crisi causata dalla pandemia da Covid-19. Le novità sono contenute nel decreto legge sulla crisi d’impresa, pubblicato oggi sulla Gazzetta ufficiale.

I meccanismi di allerta sono differiti al 31 dicembre 2023, per permettere una maggiore gradualità nella gestione della crisi che tenga conto proprio degli effetti della situazione sanitaria. Il rinvio permetterà anche l’adeguamento del Codice della crisi alla Direttiva europea Insolvency. Intanto scatterà invece la “composizione negoziata della crisi”, ideata nella cornice del Pnrr dal ministero della Giustizia. Consiste in un percorso negoziale che favorisce l’emersione precoce della crisi e il raggiungimento degli accordi tra debitori e creditori grazie all’aiuto di una nuova figura professionale: un esperto facilitatore, terzo e imparziale, competente nella ristrutturazione aziendale e nella materia della crisi d’impresa, specializzata attraverso un percorso formativo previsto dal ministero della Giustizia. Il facilitatore sarà a disposizione degli imprenditori agricoli o commerciali di qualunque dimensione, e si affiancherà all’assistenza dei professionisti di fiducia già utilizzati e, grazie alla sua indipendenza e terzietà, potrà favorire le trattative tra le due parti e individuare soluzioni negoziali di composizione della crisi.

In caso di insuccesso, la “composizione negoziata della crisi” renderà più agile la liquidazione concordata del patrimonio del debitore. Per l’imprenditore che sceglie di utilizzare questo percorso sono previsti premi, così come ci saranno maggiori tutele per tutti i soggetti interessati all’operazione di risanamento. Sarà comunque possibile appellarsi al controllo del Tribunale a tutela dei soggetti convolti, o quando è ritenuto necessario proteggere il patrimonio del debitore da azioni esecutive e da istanze di fallimento, sempre per favorire il successo dei negoziati. La digitalizzazione avrà un ruolo importante nel corretto funzionamento del sistema: la nuova procedura – pensata sui principi di riservatezza, semplificazione, felissibilità, rapidità ed economicità dei costi – si dovrà avviare con una piattaforma unica nazionale accessibile dal sito delle singole camere di commercio. Il portale conterrà anche un test autodiagnostico con cui ciascuna impresa potrà verificare la situazione in cui si trova e l’effettiva perseguibilità del risanamento.