Cinema

‘Dal pianeta degli umani’, ovvero la ripetizione della rimozione

Il confine tra Ventimiglia e la Francia, un passaggio nascosto, chiamato il “sentiero della morte”, per ricostruire una storia dimenticata, una fiaba del reale sulle derive eugenetiche dell’Europa degli anni Venti. Fa ancora paura riviverlo, ma la rimozione è ancora più spiazzante da come viene raccontata nel film Dal Pianeta degli umani di Giovanni Cioni, presentato in questi giorni a Locarno 74.

Forse ancora più acuta diventa in questi giorni in cui si vogliono ricordare personaggi che su quelle credenze avevano costruito il pilastro dei propri regimi (vedi Mussolini). Il ringiovanimento del dottor Voronoff (1866-1951), un elisir che aveva attratto buona parte delle élite del tempo tanto da portarlo ad aprire una clinica-allevamento di scimmie, in quella villa che si trova a pochi metri da quel sentiero che forse lo stesso Voronoff aveva tracciato come passaggio.

La storia bizzarra del ringiovanimento ideato dal dottore russo (si trattava di un’operazione chirurgica sui testicoli per sostituirne parte con quelli di scimmia) non ha nulla di nuovo, a parte la bizzarria dell’idea, visto che oggi il ringiovanimento è una pratica diffusa in chirurgia, ma che si chiama “cura estetica”; ha invece del bizzarro come la storia si ripeta, nella migrazione e nella rimozione. Vornoff era emigrato dalla Russia perché ebreo per cercare di formarsi in chirurgia, cosa impossibile nel suo paese. Aveva cambiato nome e in quegli anni aveva incontrato le persecuzioni da parte degli ebrei anche in Francia, tanto da dover alla fine abbandonare la villa.

In quell’angolo di confine aveva costruito però la sua fama. Vita, sopravvivenza e morte come opposti degli umani. Bene ricordarlo e non rimuoverlo. Come una parte di storia…