Scuola

Educazione motoria alle elementari: in attesa della legge, arrivano i docenti specializzati per un milione e mezzo di bambini

Il Disegno di legge 992 approvato nel 2018 alla Camera per assegnare ai docenti specialisti l’insegnamento dell’educazione motoria alla scuola primaria giace abbandonato al Senato. Dal prossimo anno scolastico però, l’azienda pubblica “Sport e Salute” con un investimento da 16,8 milioni porterà in alcuni istituti (anche alle scuole medie) gli insegnati laureati in scienze motorie. In pratica una prova generale, in attesa di trovare le risorse necessarie a rendere la misura strutturale

Un milione e mezzo di bambini e 220mila alunni delle scuole secondarie di primo grado dal prossimo anno scolastico faranno educazione motoria con un insegnante specializzato. In attesa dell’approvazione del provvedimento normativo all’esame del Parlamento che inserisce il docente con un titolo ad hoc per fare ginnastica nella scuola primaria (l’ultima proposta è quella della sottosegretaria allo sport, Valentina Vezzali), l’azienda pubblica “Sport e Salute” con un investimento da 16,8 milioni porterà negli istituti tutor laureati in scienze motorie. Già questa è una vera e propria rivoluzione per la scuola italiana.

Il programma dedicato alla primaria poggia sull’apprendimento delle capacità e degli schemi motori di base, sull’orientamento allo sport e sulla diffusione di sani stili di vita e di una alimentazione corretta. Sono previsti anche interventi alle medie con il coinvolgimento di mille scuole e circa 11mila classi. Il piano, steso in collaborazione e in accordo con il ministero dell’Istruzione, è stato approvato dal consiglio di amministrazione di “Sport e Salute” nei giorni scorsi ed è pensato per aumentare sensibilmente il tempo attivo dei bambini e dei ragazzi, diffondendo la cultura del movimento e il benessere psicofisico. Il provvedimento coprirà un anno scolastico e la distribuzione delle risorse dipenderà dall’adesione delle singole scuole.

Nella pratica è un’ulteriore spinta verso l’approvazione della proposta di legge sostenuta dalla sottosegretaria Vezzali, che nei mesi scorsi aveva scritto anche una lettera, firmata con il ministro di viale Trastevere Patrizio Bianchi, al premier Mario Draghi. I due dicasteri hanno chiesto aiuto al presidente del Consiglio per affermare questa “priorità condivisa” per poter permettere “una sinergia anche con tutte le forze politiche, per analizzare ogni situazione in un’ottica di celerità e condivisione”. Vezzali e Bianchi hanno scritto: “Il nostro augurio è che lei possa convintamente accogliere questa nuova sfida: educare fin dal primo ciclo di istruzione ad uno stile di vita sano ed equilibrato, sinonimo di prevenzione. Assicurare la presenza di un insegnante di scienze motorie nell’organico della Scuola primaria può educare i più piccoli alla pratica fisica regolare e può costituire un sicuro investimento per il rilancio del Paese, per correre insieme verso il futuro e superare insieme l’attuale crisi pandemica”.

Sulla questione si discute tra palazzo Montecitorio e palazzo Madama da qualche anno: in Senato giace abbandonato il famoso Disegno di Legge 992 approvato il 18 dicembre del 2018 alla Camera per assegnare ai docenti specialisti l’insegnamento dell’educazione motoria. Nel passaggio dal Governo Conte 1 al Conte 2 e poi al governo Draghi, quel testo è rimasto nei cassetti. Tutti sono d’accordo nel sottolineare l’importanza dell’insegnamento dell’educazione motoria, ma i fondi specifici (calcolati in dieci milioni) mancano. Una delle ipotesi in campo è quella di tornare alla Camera per togliere dal testo la parola “sperimentale”, ricominciando il percorso da capo e chiedendo al ministero dell’Economia una copertura economica che al momento non c’è. L’altra strada è far comunque andare in porto il Ddl, votandolo al Senato, per poi affidare al ministero la ricerca delle risorse. Intanto, con l’iniziativa di “Sport e Salute”, da settembre partirà in pratica una prova di ciò che dovrebbe avvenire quando sarà approvato il Ddl dal Parlamento. Sempre che riesca ad arrivare in porto prima della fine della legislatura.