Olimpiadi

Marcell Jacobs portabandiera dell’Italia nella cerimonia di chiusura a Tokyo. E replica alla stampa Usa: “Qui grazie ai sacrifici”

L’oro nei 100 metri sventolerà il tricolore nell’Olympic Stadium, raccogliendo il testimone di Jessica Rossi ed Elia Viviani. Prima c'è la finale della staffetta 4X100. Il velocista 26enne: "Scetticismo degli Stati Uniti? Non mi tocca, so che tutto quello che è successo è solamente grazie al duro lavoro". Il dt azzurro La Torre: "Non sta scritto da nessuna parte che il vincitore dei 100 metri debba essere americano o anglosassone"

Marcell Jacobs sarà il portabandiera azzurro nella cerimonia di chiusura dei Giochi di Tokyo, in programma domenica 8 agosto alle ore 20 (le 13 in Italia). L’oro a cinque cerchi nei 100 metri sventolerà il tricolore nell’Olympic Stadium che – domenica primo agosto – l’ha consegnato alla storia, grazie al successo nella gara regina dell’atletica, impreziosito dal record europeo (9″80). Jacobs, scelto dal Coni, raccoglie il testimone di Jessica Rossi (tiro a volo) ed Elia Viviani (ciclismo) che erano stati gli alfieri nella Cerimonia di Apertura delle Olimpiadi.

Nemmeno le illazioni della stampa americana e anglosassone stanno frenando il momento magico del velocista 26enne, che nella notte insieme ai compagni Lorenzo Patta, Fostine Desalu e Filippo Tortu ha centrato la finale nella staffetta 4X100, firmando il nuovo record italiano. Dopo giorni di silenzio, Jacobs ha voluto rispondere allo scetticismo degli Stati Uniti: “Non mi tocca assolutamente. Io so che sono arrivato sin qua facendo tanti sacrifici, con tanto lavoro, tante sconfitte e tante delusioni. Mi sono sempre rialzato e tirato su le maniche e so che tutto quello che è successo è solamente grazie al duro lavoro. Non mi tocca assolutamente e non gli rispondo perché gli darei solo importanza“, ha commentato il campione olimpico.

Mercoledì era stato direttamente il direttore tecnico dell’atletica leggera Antonio La Torre a prendere la parola: “Soltanto chi non conosce il percorso di Marcell e la maniacalità dei suoi allenamenti può avere qualche dubbio”, ha detto. “Lo definisco ‘il velocista della porta accanto’, la sua forza è questo sorriso disarmante, raggiunto con fatica, lavorando su se stesso. È già un eroe e se vuole diventare leggenda deve continuare a fare le cose per bene: in questo, Gimbo Tamberi gli potrà insegnare tanto, per come ha lavorato negli ultimi cinque anni, dall’infortunio del 2016 fino a Tokyo. Ho anche letto cosa scrivono alcuni giornalisti stranieri: non sta scritto da nessuna parte che il vincitore dei 100 metri delle Olimpiadi debba essere per forza americano o anglosassone“, ha concluso La Torre.

A difesa di Jacobs è intervenuto anche il presidente di World Athletics, Sebastian Coe: “Sono nella politica da troppo tempo per essere coinvolto in queste cose. C’è un sistema che garantisce la certezza di ogni prestazione. Sono solo speculazioni“.