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Istat, fiducia delle imprese ai massimi di sempre ma preoccupa la carenza di materie prime. Ottimismo tra i consumatori

Tutti in miglioramento gli indici sul clima di fiducia che in molti casi superano i livelli pre-pandemia. Rallenta il dato della manifattura comunque positivo, qualche preoccupazione sui futuri andamenti della produzione legati alle difficoltà di approvvigionamento di materiali come acciaio, rame o legno, fenomeno in atto a livello globale

Migliora a luglio l’indice che monitora la fiducia delle imprese, raggiungendo il valore più elevato di tutta la serie storica, ossia dal marzo 2005. Lo comunica l’Istat precisando che anche la fiducia dei consumatori risulta in crescita e sui massimi dal settembre 2018. Nel dettaglio l’indicatore delle imprese passa da 112,8 a 116,3 punti e mentre quello dei consumatori da 115 a 116,6. L’incremento più marcato riguarda le aziende dei servizi (da 107 a 112,2) che tornano decisamente sopra i livelli pre-crisi. Bene anche il dato delle costruzioni (da 153,6 a 158,6) e nel commercio al dettaglio (da 107,2 a 111). Aumento più blando nella manifattura, in seguito ad un lieve calo delle aspettative sul livello della produzione, ma l’indice raggiunge comunque un nuovo massimo a 115,7. L’Istat rileva che a luglio cresce marcatamente la quota di imprese manifatturiere che lamenta insufficienza degli impianti o mancanza di materiali quali ostacoli alla produzione.

La fiducia dei consumatori, l’Istat spiega che la crescita di luglio “è trainata soprattutto dal deciso miglioramento dei giudizi sia sulla situazione economica generale sia su quella personale” mentre risultano in lieve calo le attese. In particolare, tutte le componenti dell’indice di fiducia dei consumatori sono in crescita ad eccezione di quella futura: il clima economico passa da 126,9 a 129,6, quello personale sale da 111,1 a 112,2, quello corrente aumenta da 108,1 a 111,9; invece il clima futuro scende da 125,5 a 123,5.