Economia

Goldman Sachs e Morgan Stanley vedono forte rimbalzo per l’economia dell’Eurozona: “Variante Delta è un rischio gestibile”

L'indice Pmi flash a livello di area "è nuovamente aumentato più del previsto, trainato dagli aumenti nei servizi, ed è salito al livello più alto in più di vent'anni", sottolineano le banche d'affari. Più cauto il centro studi di Confindustria secondo cui l’aumento dei contagi in varie parti d’Europa pone "nuovi rischi di raffreddamento dell’attività, specie nel turismo e in particolare da agosto, sia tramite il canale della fiducia che per eventuali nuove misure anti-Covid"

Le banche d’affari Goldman Sachs e Morgan Stanley vedono un forte rimbalzo dell’economia dell’Eurozona nel secondo trimestre dell’anno. E stimano che anche i mesi successivi saranno caratterizzati da una crescita forte, nonostante la variante Delta. Questo mentre, in Italia, il centro studi di Confindustria ostenta cautela sostenendo che l’aumento dei contagi in varie parti d’Europa pone “nuovi rischi di raffreddamento dell’attività, specie nel turismo e in particolare da agosto, sia tramite il canale della fiducia che per eventuali nuove misure anti-Covid”.

L’ultimo report di Morgan Stanley indica un potenziale incremento dell’1,5% per il Pil dell’area euro nel secondo trimestre, con l’Italia che dovrebbe tenere un ritmo di crescita analogo. A trainare la crescita dovrebbero essere stati i consumi. Guardando al futuro, la banca d’affari Usa sottolinea come la variante Delta sia la principale minaccia rispetto alla previsione di +2,6% per il terzo trimestre, con i paesi del Sud Europa particolarmente esposti alla luce dell’importanza del turismo in questa area. Per l’Italia, la previsione di +1,5% nel 2° trimestre riflette il significativo aumento degli indicatori di fiducia sia a livello aziendale che a livello dei consumatori, cosa che dovrebbe tradursi in una forte ripresa dell’attività a giugno, nonostante le persistenti preoccupazioni nel settore manifatturiero causa colli di bottiglia dell’offerta. Meno cauta Goldman, secondo cui cui gli indici Pmi flash di luglio sono “coerenti con un continuo rimbalzo dell’attività economica in tutta l’area dell’euro, in linea con le nostre previsioni sul Pil”, e la variante delta è “un rischio gestibile”. Il Pmi flash a livello di area “è nuovamente aumentato più del previsto, trainato dagli aumenti nei servizi, ed è salito al livello più alto in più di vent’anni”.

Anche per il centro studi di viale dell’Astronomia la ripresa procede robusta e finalmente coinvolge anche servizi e consumi, ma l’aumento dei contagi potrebbe rallentarla. Nella sua Congiuntura Flash il Csc rileva un rimbalzo forte nel secondo trimestre dell’anno cui potrebbe seguire nel terzo e quarto un andamento più lento. In particolare “a giugno si è irrobustita la risalita, grazie all’accelerazione delle vaccinazioni e a meno restrizioni. A luglio, però, l’aumento dei contagi in varie parti d’Europa pone nuovi rischi di raffreddamento dell’attività economica, specie nel turismo e in particolare da agosto, sia tramite il canale della fiducia che per eventuali nuove misure anti-Covid”. A detta del Centro Studi, la risalita dei servizi, in base ai dati attuali, dovrebbe proseguire nel terzo trimestre con le aspettative finali di giugno su valori molto elevati. “Mentre gli investimenti continuano la loro dinamica favorevole nei mesi primaverili, con ordini in aumento, il timone della ripresa italiana è nelle mani delle famiglie, la cui spesa è stimata finalmente in recupero, grazie a più mobilità e utilizzo del risparmio accumulato”.

Nell’industria il trend resta di crescita, senza grandi impennate ma comunque in linea rispetto ai mesi precedenti. La dimostrazione arriva anche dai dati sui consumi elettrici: a giugno 2021 la domanda è stata di 27,4 miliardi di kWh, con un fabbisogno in crescita dell’1,9% rispetto a maggio scorso e del 13,8% sui volumi di giugno 2020. Nelle rilevazioni di Terna, i consumi industriali hanno continuato a mantenersi sopra i livelli pre-Covid, grazie all’aumento di quasi tutti i settori monitorati. Sul fronte lavoro dopo un primo trimestre in cui, secondo l’Ocse, il tasso di occupazione è sceso al 57,1%, i datori di lavoro sono tornati ad aspettative di aumento degli occupati: da marzo nel manifatturiero, da maggio nei servizi, sottolinea ancora il CsC.

Secondo l’indice Icc, il recupero dei consumi a maggio e giugno è più accentuato per la parte relativa ai servizi, grazie alla ripresa di viaggi e spese fuori casa. E le attese sono positive: gli ordini interni dei produttori di beni di consumo nel secondo trimestre sono saliti di 6 punti, la fiducia delle famiglie è oltre i livelli pre-crisi. Nell’industria il percorso di crescita prosegue su ritmi stabili, secondo il Pmi (62,2 a giugno). Grazie al recupero a giugno (+1,3%, stime Csc), la produzione conferma le attese e cresce nel secondo trimestre (+1,1%), come nel primo, nonostante la correzione a maggio (-1,5%). Ciò coinvolge quasi tutti i settori: la maggiore eccezione è il comparto moda, ancora penalizzato dal calo dei consumi legato alle nuove abitudini nell’era-Covid. Le attese su produzione e ordini sono a livelli elevati, ma ci sono preoccupazioni per l’aumento dei prezzi di acquisto e, in alcuni casi, per la carenza di materiali. L’ombra dei nuovi contagi sulla ripresa tocca anche la Germania dove l’indice Ifo, che segna l’andamento della fiducia, scende a 100,8 punti da 102,1 attesi e 101,8 precedenti rivisti a 101,7 punti. Migliora invece l’indice sulle condizioni attuali, che tocca quota 100,4 punti dai 99,7 punti precedenti, inferiore ai 101,6 attesi dagli analisti. Peggiora il sotto-indice relativo alle aspettative, che si porta fino a 101,2 punti dai 103,7 precedenti e contro i 103,3 punti stimati dal mercato. E a pesare, si osserva sono “i colli di bottiglia dell’offerta e le preoccupazioni per i numeri di infezione in aumento che stanno pesando sull’economia tedesca”.