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Conti correnti, in aumento i costi di gestione (anche per quelli online) e i canoni delle carte. Ecco come scegliere l’offerta più conveniente

Nel cuore dell'estate stanno arrivando ai clienti notifiche di ritocchini all'insù delle spese: Fineco, Unicredit, Widiba hanno già comunicato revisioni unilateriali di contratto a partire dal mese di luglio con piccoli aumenti sul alcuni dei loro prodotti. Altroconsumo, fra il 3 febbraio e il 22 aprile, ha registrato incrementi record per i conti online ad operatività media di famiglie (48%) e pensionati (22,6%)

Conti perché non sei solo un conto. O almeno così recitava alcuni anni fa lo slogan di una banca. Ma oggi, stando ai costi del conto corrente, non si può dire altrettanto. Soprattutto perché, proprio nel cuore dell’estate, stanno arrivando ai clienti notizie di ritocchini all’insù delle spese di gestione: Fineco, Unicredit, Widiba hanno già comunicato revisioni unilateriali di contratto a partire dal mese di luglio con piccoli aumenti sul alcuni dei loro prodotti. Il trend è in linea con quanto rilevato da Altroconsumo che, fra il 3 febbraio e il 22 aprile, ha registrato incrementi record per i conti online ad operatività media di famiglie (48%) e pensionati (22,6%).

Per le banche, del resto, l’obiettivo numero uno resta racimolare un po’ di denaro fresco. Con i tassi praticamente a zero, gli istituti di credito guadagnano poco e nulla dalle classiche attività retail come i mutui. Così cercano di recuperare dalla semplice gestione di conto corrente. E non solo da quello. Tutto questo proprio mentre la liquidità degli italiani è salita a livelli record (1.749 miliardi di euro dei privati fermi sui depositi, secondo dati Abi di marzo, +9% su base annua) e le banche di Francia e Germania hanno iniziato a praticare tassi negativi ai correntisti con oltre 100mila euro di depositi.

Nel dettaglio, secondo l’ultima indagine (marzo) dell’Osservatorio conti correnti di Sostariffe.it (gruppo Mutuionline), nel 2021 il canone di conto corrente nelle banche online è schizzato del 10,62 per cento. L’incremento è stato più contenuto per gli istituti tradizionali, dove l’aumento si è fermato allo 0,32 per cento. Se i costi di movimento allo sportello hanno subito una contrazione (-27% nelle banche tradizionali, -3% in quelle web), sono aumentate in maniera esponenziale le commissioni per versamenti di contanti ed assegni (19,23% per gli istituti tradizionali, +12,50% per quelli online). Inoltre nel corso dell’anno si è assottigliato il prezzo pagato dagli utenti per la singola domiciliazione delle utenze (da -73 a -84,32%, a seconda della tipologia di banca), ma è cresciuto il canone annuo della carta di debito con un +24,89% degli istituti tradizionali. Per non parlare del fatto che, sempre secondo un recente studio di Sostariffe.it, le commissioni di prelievo ai bancomat sono diventate più salate e i costi di gestione delle carte di credito raddoppiati. “Per i titolari di carta di debito il prelievo è sempre gratuito se effettuato presso uno sportello della propria banca – spiega una nota di Sostariffe.it -. Se, invece, si effettua il prelievo con una carta di credito il discorso cambia”, con una commissione del 4% per le banche tradizionali e del 3,8% per quelle online. La gestione annuale della carta di credito può costare circa 45 euro per scendere a 23,33 euro negli istituti online.

Ma il peggio è che sulla questione prelievi il nuovo anno potrebbe portare grandi cambiamenti: “L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti di Bancomat S.p.A. che trae origine da una comunicazione inviata all’Autorità dallo stesso circuito – spiegano dall’associazione Consumerismo no profit – Il procedimento riguarda il progetto relativo al servizio di prelievo di contante con la carta bancomat presso gli sportelli bancari automatici (ATM) convenzionati. Tra le novità più importanti si registrano l’abolizione della commissione interbancaria e il pagamento della commissione applicata al prelievo – da parte del consumatore – direttamente all’istituto di credito dove è collocato l’ATM”. L’indagine, che è stata avviata il 14 dicembre 2020, dovrebbe concludersi entro dicembre di quest’anno. E potrebbe anche portare in dote una serie di rincari per i consumatori già all’inizio del 2022.

Se questa è la situazione, peraltro in continua evoluzione, come fare a districarsi nella giungla dell’offerta bancaria individuando il miglior conto corrente? L’operazione non è affatto facile né intuitiva. Esiste infatti un Indicatore di costi complessivi (Icc) che si trova nell’estratto conto di fine anno. Comprende le spese fisse annuali del conto oltre ai costi collegati a sei diversi profili di utenza. Con differenza fra banche online e tradizionali. Quindi per selezionare la migliore offerta l’utente deve innanzitutto identificare il suo profilo con diversi livelli di operatività (giovani, tre diverse categorie di famiglie e pensionati suddivisi in due fasce in funzione dell’uso più o meno ricorrente del conto). Di qui il costo che può essere messo a confronto con quello di altre banche. Magari utilizzando un comparatore online. E poi infine aggiungendo l‘imposta di bollo da 34,2 euro per le giacenze superiori a 5mila euro. Non proprio un gioco da ragazzi. Che permette però di risparmiare in un momento in cui gli aumenti sulle spese di gestione dei conti sono all’ordine del giorno.