Politica

Ddl Zan, Renzi rilancia il patto con la destra e attacca il Pd: “Sono loro i no-Zan”. Per la Lega solo parole al miele: “Enorme passo avanti”

L'ex premier contro Letta: "Usa questa battaglia in vista delle amministrative". Nelle stesse ore era tornato alla carica per un accordo anche Salvini

Sul ddl Zan il pronostico di Matteo Renzi è questo: “Nelle prossime ore Letta sarà costretto ad una marcia indietro evidente”. L’analisi, invece, è questa: “Qualcuno nel Pd pensa di utilizzare questa battaglia in vista delle amministrative”. La proposta, infine, è questa: “I capigruppo di maggioranza del Senato coinvolgano quelli della Camera per stabilire assieme un cronoprogramma stringente: si approva la legge Zan con le modifiche concordabili e al tempo stesso alla Camera si impegnino subito a calendarizzare la terza e ultima lettura. Il prima possibile”. Insomma: il messaggio di Italia Viva al centrosinistra e al M5s, attraverso un’intervista alla Stampa, è “fidatevi del centrodestra“. Se, infatti, per Renzi è colpa del Pd se il ddl Zan non viene approvato (anzi, più chiaramente: “oggi il vero partito no-Zan è il Pd”), per i leghisti ci sono solo parole al miele. “A me della Lega non interessa niente. Siamo avversari politici e partecipiamo alla stessa esperienza di governo, come chiesto dal capo dello Stato”. Qui tuttavia si leva dall’orizzonte un gigantesco “ma”. “La Lega ha fatto un passo avanti enorme nella persona del presidente della commissione Giustizia Ostellari, bravo nell’ascoltare le posizioni altrui. Ha abbandonato una posizione ostruzionistica e va riconosciuto”.

L’intervista alla Stampa arriva proprio nelle stesse ore in cui anche Matteo Salvini ha ricominciato a offrire un accordo (“come chiede anche la Santa Sede” come dice con il consueto ritornello) al segretario del Partito democratico, respinto per l’ennesima volta dal segretario Enrico Letta (“discutiamo con persone che hanno una sola faccia”). Una sorta di manovra a tenaglia in vista delle prime votazioni sulla legge anti-omotransfobia previste in Aula al Senato martedì.