Televisione

Raffaella Carrà e la tv, un amore lungo quasi 70 anni: “Non ci si improvvisa, per diventare grandi serve esperienza”

Da Milleluci a Fantastico al Festival di Sanrermo, e poi Amore, A raccontare comincia tu. La parola fine è arrivata, a sorpresa. Rumore. Troppo rumore. La storia continuerà a far rumore. La Regina, fa rumore

Iconica, geniale, talentuosa. Raffaella Maria Roberta Pelloni per tutti Raffaella Carrà. Due parole che nell’immaginario comune sono diventate sinonimo della parola televisione. Attrice e cantante ma anche conduttrice, ballerina, autrice. Il piccolo schermo e un amore lungo quasi settant’anni. “Non ci si improvvisa. Per diventare grandi serve molta esperienza alle spalle, dalla serata allo spettacolo, dalla piccola televisione alla radio”, aveva detto lei che regina di quel famoso elettrodomestico lo era diventata con classe, talento, umiltà e tanto studio.

Così la sua carriera è stata accompagnata da premi (tra cui quattordici telegatti), programmi innovativi e grandi successi. È una showgirl moderna in “Io, Agata e tu“, il suo primo successo televisivo che diventa il passe-partout per “Canzonissima“, il grande dove affianca Corrado con l’ombelico scoperto in diretta tv durante la sigla “Ma che musica maestro!“. È uno scandalo ma anche la consacrazione della sua carriera: è nata la nuova stella della tv. Nuove edizioni e nuovi successi tutto a ritmo di musica, così il Tuca Tuca ballato con Enzo Paolo Turchi è considerato fin troppo audace. Dopo le volontà censorie diventa il ballo degli italiani, un fenomeno popolare.

E così la Carrà è incontenibile, sempre nuova e sempre capace di stupire. Al fianco di Mina il varietà trova nuova forma con “Milleluci“, programma che segnerà anche l’addio alle scene della cantante di Cremona. Una carriera sempre più internazionale, dopo qualche anno in Spagna, il rientro nel Belpaese regala nuovi successi: “Ma che sera” e “Fantastico 3”. Showgirl a tutto tondo ma capace di raccontarsi al pubblico anche in una chiave differente: sbarca nel mezzogiorno di Rai1 con “Pronto, Raffaella?“. La sua consacrazione come conduttrice empatica e familiare, l’altra faccia della diva del sabato sera. È qui che incontra Gianni Boncompagni che ne cura la regia e figura tra gli autori con Giancarlo Magalli.

Prima di un passaggio a Fininvest (ora Mediaset) aggiunge al già lungo curriculum “Domenica In“, lo storico contenitore ideato da Corrado. “Il principe azzurro” e “Raffaella Carra Show“: esperienze di vita ma la sua casa è a Viale Mazzini dove torna nel 1990. L’anno dopo con Johnny Dorelli è la regina del sabato sera con “Fantastico 12”, l’edizione che resterà nella storia grazie alla scena cult con Roberto Benigni.

Sa stupire Raffaella, sa reinventarsi, sa proporsi sempre in maniera diversa. È il cambio di passo, è la nuova Carrà. Con Sergio Iapino e Brando Giordani lancia su Rai1 “Carramba! Che sorpresa“: sorprese appunto ma anche ricongiungimenti e grandi ospiti. È il nuovo varierà dei sentimenti: “dopo tanti anni è qui“, la storia della tv che resta nel linguaggio degli italiani. Dieci milioni di telespettatori in media nella prima stagione, un successo clamoroso che porta a nuove edizioni.

Una carriera a cui aggiunge la ciliegina sulla torta: la conduzione del “Festival di Sanremo”. Kermesse che le era già stata proposta nel 1997 ma che guiderà solo nel 2001, la 51°edizione vinta da Elisa, condotta con Piero Chiambretti, Massimo Ceccherini, Megan Gale ed Enrico Papi. È la storia a cui non si aggiunge la parola fine, è la Carrà che non si ferma e prova a riproporsi sempre in maniera differente. “Sogni” (per i desideri degli italiani), “Amore” (dedicato alle adozioni a distanza), “Forte Forte Forte” (per un nuovo talent show): strade nuove, a volte complicate. È il 2013 quando si siede in giuria e lancia in Italia The Voice, torna al suo ruolo di conduttrice nel 2019 con “A raccontare comincia tu“, un programma d’interviste ai volti noti. L’edizione prevista a febbraio scorso non è mai stata trasmessa: “Avevamo già organizzato tutto per girare le quattro nuove puntate. È stata una voce dentro, penso un angelo custode. Sul serio. Era la seconda metà di febbraio: sento qualcosa in televisione e avverto dentro una strana inquietudine. Chiamo Rai3 e dico: questo programma non si può fare, è troppo pericoloso. Non me la sento.” La parola fine è arrivata, a sorpresa. Rumore. Troppo rumore. La storia continuerà a far rumore. La Regina, fa rumore.