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Londra, il rianimatore: “Nel Regno Unito siamo nel mezzo di una nuova ondata Covid. Ricoveri di under 30 non vaccinati”

Rupert Pearse, specialista anestesista-rianimatore del centro Queen Mary dell’University of London, in una serie di tweet spiega che il Regno Unito sta affrontando un'altra ondata pandemica. Ma a fare la differenza sono i vaccini

Otto messaggi che sono stati ritwittati centinaia di volte e che offrono un quadro dell’attuale situazione epidemiologica nel Regno Unito, dove negli ultimi giorni sono stati registrati 16mila contagi. Rupert Pearse, specialista anestesista-rianimatore del centro Queen Mary dell’University of London, in una serie di tweet spiega che il Regno Unito sta affrontando un’altra ondata pandemica ma che i numeri dei ricoveri e dei pazienti in terapia intensiva, grazie ai vaccini, non sono paragonabili rispetto a quelli dello scorso inverno.

“Stiamo decisamente affrontando un’altra ondata di Covid in Uk – scrive Pearse -. I numeri dei pazienti sono attualmente gestibili e speriamo restino inferiori rispetto a quelli del picco invernale. Le persone continuano a morire a causa di questa malattia terribile quindi state al sicuro e fate il vaccino”. Pearse spiega che “nell’ospedale dove lavoro nella zona est di Londra stiamo ricoverando più pazienti Covid-19 anche in terapia intensiva, anziani ma molti sono under 30. Siamo passati da pochi casi a circa 40 al giorno e sono in aumento, per questo prevediamo un possibile picco di ricoveri ospedalieri intorno all’inizio di agosto”. Il rianimatore sottolinea poi che ad arrivare in ospedale sono sia “pazienti anziani che devono ancora vaccinarsi o giovani ventenni e trentenni che ancora non ne hanno ancora avuto la possibilità. Negli ospedali britannici – del National Health System – ci sono 1500 pazienti Covid. Il picco di gennaio era di poco inferiore ai 40mila“.

Secondo l’anestesista-rianimatore lo schema di questa ondata di ricoveri “sembra diverso rispetto all’inverno passato, tanti pazienti non hanno bisogno della ventilazione assistita, ma vengono gestiti con il supporto di Cpap o con l’ossigeno ad alti flussi con cannule nasali. E questa è una buona notizia”. Pearse puntualizza che “mettendo insieme tutto questo, la vaccinazione sembra avere un grande impatto nonostante l’aumento del tasso di infezione. Meno pazienti vengono in ospedale e meno si ammalano in forma grave”. Il medico lancia infine un appello affinché “tutti facciano il vaccino perché i benefici sono di gran lunga superiori ai rischi che si corrono”.