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L’ex capo di Scotland Yard rivela: “Carlo fu interrogato dalla polizia sul ‘complotto’ per uccidere Diana”. Il pizzino: “Pianifica un incidente d’auto”

Al centro dell'interrogatorio di Stevens al Principe del Galles c'era proprio questa nota, consegnata dalla principessa al suo maggiordomo personale Paul Burrell nel 1995

“Sono seduta qui al mio tavolo, oggi, in ottobre, con il desiderio che qualcuno mi abbracci e mi incoraggi a essere forte, ad andare avanti a testa alta. Questa particolare fase della mia vita è la più pericolosa… Mio marito sta pianificando un incidente nella mia macchina, un guasto ai freni per causare un grave trauma cranico per spianare la strada al matrimonio con Tiggy”. Rileggendo ora, 26 anni dopo, queste parole che la principessa Diana aveva scritto e affidato al suo maggiordomo suonano come un funesto presagio di quello che sarebbe poi avvenuto quella sera del 31 agosto del 1997 nel tunnel dell’Alma a Parigi. Proprio per questo nel 2005 il principe Carlo fu interrogato dalla polizia inglese come testimone, nell’ambito di un’indagine sul presunto “complotto” per uccidere Lady D. messo in atto da Buckingham Palace. A rivelarlo è l’ex capo di Scotland Yard John Stevens, come riferisce il Daily Mail in un articolo con le sue dichiarazioni poi ripreso dal Guardian.

Al centro dell’interrogatorio di Stevens al Principe del Galles c’era proprio questa nota, consegnata dalla principessa al suo maggiordomo personale Paul Burrell: secondo quanto ricostruisce il Daily Mail, l’ex capo della polizia inglese avrebbe letto questa nota a Carlo durante un incontro riservatissimo al St James’s Palace di Londra, chiedendogli: “Perché pensa che la principessa abbia scritto questa nota?”. La risposta dell’erede al trono: “Non sapevo nulla fino a quando non è stata pubblicata dai media”. The Mirror, infatti, aveva pubblicato parte della nota a seguito di un accordo con Paul Burrell nel 2003.

E ancora, l’ex capo della polizia aveva insistito: “Non ha discusso di questa nota con lei?”. E Carlo: “No, non sapevo che esistesse”. Stevens: “Sa perché la principessa provasse questi sentimenti?”. La replica: “No, non lo so”. La versione integrale della nota di Diana venne pubblicata solo nel 2007: Stevens ha affermato che nel corso delle indagini non sono emerse altre prove a sostegno della teoria del “complotto di Palazzo” contro Lady D motivo per cui la vicenda è stata poi archiviata.