Calcio

Black Lives Matter, scontro tra Letta e Salvini. Gli azzurri: “Siamo contro il razzismo, per il futuro prenderemo una decisione univoca”

Il gesto simbolo della lotta la razzismo eseguito solo da metà nazionale prima di Italia-Galles diventa un caso politico. Il segretario Pd chiede alla squadra di "mettersi d'accordo" e viene attaccato dal leader della Lega: "Piccolo uomo, ma chi è per dare ordini. Lasciamoli fuori dalla politica". Interviene il responsabile della comunicazione: "Non eravamo preparati. La squadra si confronterà e la decisione sarà messa in pratica da tutti"

Il mancato inginocchiamento di sei giocatori su undici della nazionale italiana appena prima del fischio d’inizio di Italia-Galles diventa un caso politico. Dopo l’appello del segretario del Partito democratico, Enrico Letta, che lunedì sera ospite a Otto e mezzo, su La7, ha chiesto agli azzurri “che si inginocchino tutti“, è arrivata la replica del leader della Lega, Matteo Salvini, che sui social ha accusato il Pd di aver “insultato” e “messo sotto processo” i 6 giocatori che non hanno compiuto il gesto diventato simbolo della lotta al razzismo e del movimento Blacks Lives Matter. Salvini ha postato le foto di Bastoni, Bonucci, Chiesa, Verratti, Jorginho e Donnarumma. Così il leader della Lega ha difeso anche l’ormai ex portiere del Milan, che solamente ieri aveva invece attaccato perché per lui “contano più i milioni della maglia”.

Il diverso comportamento degli undici titolari di Mancini ha creato non poca discussione in Italia, tanto che lo stesso presidente della Figc Gabriele Gravina è dovuto intervenire per chiarire la situazione, spiegando che la scelta della federcalcio è stata quella di “lasciare i ragazzi liberi di seguire le loro sensibilità”. “A nome di tutta la squadra ribadiamo che siamo contro ogni forma di razzismo, ci siamo confrontati e ovviamente vogliamo ribadire questa posizione. Aderire o meno ad una forma di protesta, per quanto simbolica, non vuol dire ignorare la lotta al razzismo”, ha dichiarato il responsabile della comunicazione della Nazionale italiana, Paolo Corbi, dopo che solo cinque degli undici azzurri (Emerson Palmieri, Andrea Belotti, Rafael Toloi, Matteo Pessina e Federico Bernardeschi) si sono inginocchiati. “Quanto al fatto che a inizio gara qualcuno si sia inginocchiato e altri no -prosegue Corbi – c’è stata un po’ di confusione, i calciatori erano tutti concentrati su una partita per noi decisiva perché metteva in palio il primo posto nel girone e per il prosieguo dell’Europeo. Quindi, da quanto abbiamo ricostruito, non eravamo del tutto preparati a quel momento. Per il futuro la squadra si confronterà al suo interno e prenderà una decisione univoca che sarà messa in pratica da tutti”.

“Se si mettono d’accordo sugli schemi di gioco, si mettono d’accordo anche su quello, è meglio anche perché i gallesi erano tutti inginocchiati, gli italiani no”, ha detto lo stesso Letta lunedì sera su La7. Per Salvini il segretario del Pd è “un piccolo uomo” che “intima” ai giocatori di inginocchiarsi. “Ma chi è per dare ordini??? Avete sentito richieste di inginocchiamento per la povera Saman? Grazie ai nostri ragazzi perché ci stanno regalando un sogno, lasciamoli fuori dalla politica e da polemiche penose e assurde”. Lo stesso leader della Lega però – oltre a essere intervenuto sul caso Donnarumma, attaccando il giocatore – aveva anche parlato della questione del mancato inginocchiamento lunedì sera a Quarta Repubblica su Rete 4: “Il razzismo si sconfigge inginocchiandosi? 8 su 10 dicono di no. Quella è roba da radical chic alla Saviano”.