Società

Alimentazione sballata, più presenza sui social e rapporti conflittuali con genitori e amici: ecco come escono gli adolescenti dal Covid

Secondo l’indagine sugli stili di vita degli adolescenti italiani realizzata da Laboratorio Adolescenza e Istituto di ricerca Iard su un campione di oltre 10.500 studenti tra i 13 e i 19 anni, durante la pandemia, in special modo nei periodi di forti restrizioni, si è registrata una vera e propria overdose da social. Note positive, un abbassamento nel consumo di alcolici e una ritrovata voglia di viaggiare

La pandemia ha lasciato il segno negli adolescenti e nei ragazzi. Dopo un anno di vita costretti a fare i conti con il Covid, la didattica a distanza e il coprifuoco, i nostri teenager rischiano un’overdose social: se nel 2019 erano il 34,5% degli under 11 ad usarli ora si è passati al 41,8% con un’impennata di TikTok che raddoppia in 365 giorni i suoi utenti più giovani. Nel giro di dodici mesi la loro esistenza è cambiata: dormono molto meno, hanno rapporti sempre più critici con i genitori e sono sempre meno soddisfatti di se stessi. Unico dato positivo per ora è il calo del consumo di alcol che potrebbe tuttavia rimbalzare con l’abolizione delle restrizioni.

A fare questa fotografia è l’edizione 2021 dell’indagine sugli stili di vita degli adolescenti italiani realizzata da Laboratorio Adolescenza e Istituto di ricerca Iard su un campione di oltre 10.500 studenti tra i 13 e i 19 anni. Il primo dato preoccupante è lo sdoganamento dell’uso del telefonino e dei social da parte anche dei pre-adolescenti: nel 2019 aveva lo smartphone a meno di undici anni il 60,4% dei ragazzi (era il 40,9% nel 2016), mentre oggi la percentuale è salita al 78,1%. Discorso analogo per l’utilizzo di social da parte degli under undici: 20,5% nel 2016, 34,5% nel 2019, 41,8% nel 2021. Tra le piattaforme più trendy c’è TikTok (che a rigor di legge dovrebbe essere utilizzato solo dopo i 13 anni), passato in un anno da un utilizzo da parte del 28,7% del campione (indagine 2020) al 65% (indagine 2021), con le ragazze che arrivano al 73,8%.

Se Facebook continua la sua inesorabile discesa tra i “teen” (ormai lo utilizza meno del 15%) rimane stabile Instagram (90%) e cresce Pinterest, che aumenta del 17%. Siamo di fronte a numeri significativi soprattutto se confrontati con il passato: “Se oggi appare utopico pensare di poter invertire la tendenza – commenta Maurizio Tucci, presidente di Laboratorio Adolescenza – dovremmo almeno cercare di gestire il fenomeno insegnando a ragazze e ragazzi quantomeno a riconoscere e limitare i rischi. Non è semplice, anche perché la velocità con cui i nuovi social, con caratteristiche potenzialità e attrattività sempre crescente, entrano ed escono dalla vita degli adolescenti è molto maggiore rispetto alla capacità degli adulti anche solo di capire di cosa si sta parlando”.

Tra i problemi emersi dall’indagine c’è anche quello di un certo “caos” nel bioritmo dei ragazzi. Gli adolescenti hanno mangiato più del solito (52,6%) e in modo più disordinato (53,6%), ma soprattutto hanno dormito troppo o troppo poco. Se nel 2019 il 28% dei ragazzi affermava di andare a letto dopo le 23 (in periodo scolastico) oggi la percentuale è salita al 43% e supera il 63% tra gli studenti delle scuole superiori. Al 43,4% che ha affermato di aver dormito complessivamente meno del solito risponde un consistente 35% che afferma di aver dormito di più. Il problema è stato la distribuzione delle ore di sonno: molte meno di notte e di più la mattina o nel corso della giornata.

Sul versante psicologico la situazione è pure peggiorata. A definire conflittuali o critici i rapporti familiari prima del Covid era il 23% degli adolescenti, mentre oggi la percentuale è salita al 25,4% e a soffrire di più sono risultate particolarmente le ragazze con il 28,3%. Nemmeno la distanza forzata sembra aver avuto un effetto positivo. Anche le relazioni all’interno del gruppo dei pari hanno subito, sia pure in forma minore, un danno. A definire insoddisfacenti o difficili i rapporti con gli amici era il 10,2% prima del Covid e oggi è il 14%. E l’insoddisfazione risulta rivolta anche verso se stessi. A non piacersi (fisicamente) prima della pandemia era il 39% degli intervistati e oggi è il 42,5% (ragazze 50,1%).

Non si meraviglia di queste evidenze Loredana Petrone, psicoterapeuta e docente della facoltà di psicologia dell’università di Chieti: “Il conflitto con i genitori, a quell’età, è del tutto normale. In una situazione del tutto nuova (e critica) come quella che abbiamo vissuto, le dinamiche familiari sono necessariamente cambiate, costringendo genitori e figli a trovare un nuovo equilibrio nel ‘conflitto’ che può aver reso più critici i rapporti, magari anche solo nella percezione. Diverse, invece, le criticità emerse con il gruppo dei pari che verosimilmente sono frutto proprio della mancanza di contatto continuativo, anche fisico, fondamentale per sviluppare e mantenere forti le relazioni adolescenziali”.

Due sono gli aspetti positivi che emergono dal dossier. Il primo: è tornata la voglia di viaggiare. Dopo un comprensibile calo rilevato nell’indagine realizzata durante il lockdown (20%), il rimbalzo c’è stato ed oggi a voler fare questa esperienza è addirittura il 62% degli studenti delle scuole superiori. Sta passando anche la “paura”. Se nel 2020, pensando a un anno di studio all’estero, il timore di avere problemi di salute riguardava il 34% degli studenti intervistati, dopo il picco durante il lockdown (45,2%) si sta tornando alla normalità (40,7% dato 2021).

Infine la delicata questione del consumo degli alcolici. Nel corso dell’anno pandemico la percentuale di adolescenti che afferma di aver bevuto più bevande alcoliche del solito (19,2%) è compensata dal 20,1% che afferma di averne bevute meno del solito. In sostanza, come sostiene la maggioranza del 58%, non c’è da registrare nessuna variazione. Ciò che invece è migliorato nettamente rispetto al recente passato è la percentuale di chi ha dichiarato di essersi ubriacato una o più volte. Riferendoci agli studenti delle scuole medie inferiori si passa dal 20,8% (dato 2017) e dal 22,3% (dato 2019) all’odierno 11% e, relativamente agli studenti delle superiori, si passa dal 51,1% (dato 2019) al 43,7% di oggi. Il rischio è che, con l’estate, l’assenza della scuola e l’arrivo della zona bianca si torni ai dati di prima.