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Speranza: “Messaggio chiaro su Astrazeneca, le Regioni si allineino. Mix di vaccini già usato in altri Paesi, a volte è anche più efficace”

Il ministro della Salute interviene dopo stop al vaccino Vaxzevria per gli under 60 chiedendo alle autorità locali di adeguarsi: “Rispettare le indicazioni degli scienziati”. E su Johnson&Johnson ricorda che “esiste già una raccomandazione” che nel limita l’uso. I conti sulle dosi di farmaco a mRNA in arrivo nei prossimi mesi: una cifra che, come ha detto Figliuolo, consente di andare "lisci lisci" solo se non ci saranno altri intoppi

Le Regioni si allineino al “messaggio chiaro” su Astrazeneca, valido anche per Johnson&Johnson per il quale “era vigente” una raccomandazione. Le indicazioni vanno assunte “tutte pienamente” e nessun timore per il mix di vaccini “già usato in altri Paesi” e che gli studi indicano dare una risposta immunitaria “anche migliore”. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, prova a mettere ordine nel caos generato dal nuovo parere di Aifa e Comitato tecnico scientifico riguardo l’uso per gli under 60 dei vaccini basati sull’adenovirus, con le Regioni da un lato costrette a rivedere la campagna vaccinale e dall’altra, in alcuni casi, alla ricerca di maggiore chiarezza sulla seconda dose ‘eterologa’.

“Abbiamo un messaggio chiaro su AstraZeneca, cioè evitare l’uso sotto i 60 anni e questo vale sia per la prima sia per la seconda dose e per questo per la seconda dose si useranno vaccini mRNA. Questa è una posizione chiara, netta delle nostre autorità e chiediamo alle autorità regionali di allinearsi ai piani nelle prossime settimane”, dice in maniera netta il titolare della Salute sgombrando il campo da possibili equivoci lamentati da alcune Regioni dopo la raccomandazione scaturita dal parere di Aifa dell’11 giugno.

Il giro di vite è spiegato in questi termini da Speranza: “Il tasso di incidenza si è trasformato in medio e poi basso e dunque i nostri scienziati danno nuove indicazioni che sono assunte unanimemente e che dobbiamo assolutamente rispettare. Anche per Johnson&Johnson già era vigente una raccomandazione e penso che queste indicazioni le dobbiamo assumere tutte pienamente e che consentono di affrontare questa seconda parte della campagna di vaccinazione”. Anche perché è “l’arma che abbiamo per chiudere questa fase”, che da lunedì 14 giugno vedrà due terzi del Paese in zona bianca. “Questo – ha sottolineato – ci consente di guardare con fiducia e molte altre Regioni potranno andare in zona bianca con questi dati”.

Da più parti, di fronte a quasi 26 milioni di italiani che devono ancora avere la prima dose e altri 13,6 che devono fare il richiamo, centinaia di migliaia dei quali hanno ricevuto Astrazeneca e ora faranno la seconda con Pfizer e Moderna, crescono infatti i timori di un rallentamento della campagna vaccinale in virtù della la circolare del ministero della Salute che dà indicazioni perentorie sull’utilizzo del siero dell’azienda anglo-svedese solo sugli over 60. Il rischio – è l’ipotesi avanzata, ma respinta dal governo – è lo slittamento dell’immunità di gregge prevista dal commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo a fine settembre. Ma fonti del governo, già sabato, affermavano che “la campagna vaccinale italiana procederà con la stessa intensità di prima”, vista “l’ampia disponibilità” di “oltre 55 milioni di dosi Pfizer e Moderna” tra ora e la fine del terzo trimestre.

La decisione presa sabato dal ministro della Salute, su indicazione degli esperti del Comitato tecnico scientifico dopo la morte della 18enne a Genova e le perplessità di parte della comunità scientifica, ha già obbligato le Regioni a cancellare gli open day – che se verranno riorganizzati, è scritto nel verbale del Cts, dovranno “rispettare le indicazioni per fasce d’età” – e a rivedere l’agenda delle prenotazioni. Con la Lombardia che ha prima annunciato di non voler dar seguito alla decisione del governo di somministrare un vaccino diverso per i richiami, “in attesa di una nota ufficiale di ministero della Salute e Aifa”, salvo poi fare marcia indietro una volta ricevuta la circolare e la posizione della stessa Aifa.

Stando ai numeri forniti da Figliuolo al Cts, entro la fine del mese dovrebbero arrivare ancora 7,2 milioni di dosi di vaccini a mRNA (5,8 di Pfizer e 1,4 di Moderna), ai quali vanno aggiunti i 45 previsti nel terzo trimestre (31 di Pfizer e 14 di Moderna) per un totale di 52,2 milioni. Se poi verrà approvato il siero di Curevac, entro la fine di settembre l’Italia potrà contare su altri 6,5 milioni, per un totale di 58,7 milioni di dosi di vaccini a mRNA. Una cifra che, come ha detto Figliuolo, consente di andare “lisci lisci” solo se non ci saranno altri intoppi.