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Dieselgate, Renault accusata di frode sui dispositivi di controllo delle emissioni di Co2: coinvolti i diesel di vecchia generazione

Il tribunale francese ha disposto il versamento di una cauzione di 20 milioni di euro, oltre ad una garanzia bancaria di 60 milioni. La casa automobilistica nega qualsiasi illecito

La casa automobilistica francese Renault ha fatto sapere di essere sotto inchiesta per truffa in Francia: l’indagine riguarda la presunta manipolazione dei test sulle emissioni di alcuni motori diesel di vecchia generazione. I veicoli coinvolti sono stati commercializzati negli anni 2009-2011 e 2013-2017. Il tribunale ha disposto il pagamento di una cauzione di 20milioni di euro, di cui 18 serviranno al potenziale pagamento di danni e multe, oltre ad aver ordinato alla società di fornire una garanzia bancaria di 60milioni di euro per il potenziale risarcimento delle perdite.

Renault ha negato qualsiasi illecito, spiegando di aver sempre rispettato i regolamenti francesi ed europei in materia. Secondo la casa automobilistica, le auto che produce non sono dotate di alcun programma o software-truffa che alterino i dispositivi di controllo dell’inquinamento.

Nell’ambito della truffa sulle emissioni di CO2 che ha riguardato diversi costruttori europei, tra cui Volkswagen, nel 2017 la giustizia francese aveva aperto un fascicolo nei confronti di Renault per i motori diesel di vecchia generazione.