Cronaca

Vaccino anti-Covid, il caso degli over 60 che restano indietro. Figliuolo: “Mancano almeno 2 milioni di persone. Le Regioni li cerchino”

Il commissario è tornato a insistere sulla necessità di raggiungere quella fetta di popolazione prioritaria per la somministrazione del farmaco anti-Covid, perché considerata a rischio malattia grave: "Dobbiamo pensare a quelle persone che sono titubanti o non scolarizzate dal punto di vista informatico". E chiede flessibilità per le fasce più giovani: "Scegliere la data migliore già in fase di prenotazione e poter spostare il richiamo"

Pensare alle persone “titubanti o non scolarizzate dal punto di vista informatico”. Ovvero a quelle 2,2 milioni di persone che hanno più di 60 anni che hanno non ha voluto o potuto prenotare il vaccino. Il commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo è tornato a insistere sulla necessità di raggiungere quella fetta di popolazione prioritaria per la somministrazione del farmaco anti-Covid, perché considerata a rischio malattia grave per fragilità o età anagrafica.

“In questo momento, riguardo agli over 60, mancano 2 milioni e centosettantamila, sono ancora tanti. Un bel lavoro è stato fatto e dobbiamo ancora salire nelle percentuali”, ha detto a Elisir su Rai3. “Dobbiamo pensare a quelle persone che sono titubanti o non scolarizzate dal punto di vista informatico – ha aggiunto il generale – Ho detto alle regioni di cercarli, sia attraverso i loro team mobili sia attraverso quelli della Difesa”. I militari hanno infatti messo a disposizione 44 team, che “stanno operando con preciso mandato di andare a cercare fragili e over 60″. In giornata anche la Fondazione Gimbe aveva evidenziato come mancassero all’appello oltre 3 milioni di over 60 (dati all’1 giugno) suggerendo la strategia per raggiungerli. Tre le proposte: “Chiamata attiva, open day dedicati, comunicazione istituzionale dedicata”.

Figliuolo è tornato anche sulle preoccupazioni legate alla disponibilità, soprattutto nelle fasce più giovani della popolazione, per la seconda dose nei mesi estivi, spiegando di aver “firmato una lettera per tutte le Regioni e le Province autonome, per dire di trovare delle soluzioni di massima flessibilità per le prenotazioni e penso in particolare alle classi più giovani, quelle che adesso cominceranno a girare per l’Italia”. Il commissario ha spiegato il concetto di massima flessibilità come la possibilità di “scegliere la data migliore già in fase di prenotazione con un numero verde o online, e poter spostare il richiamo nel range dei 42 giorni o delle 4-12 settimane”. Ovviamente, ha concluso, “nei tempi tecnici di riadeguamento dei sistemi informatici”.