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Assicurazioni Generali in manovra su Cattolica: offerta da 1,18 miliardi per rafforzarsi e riprendere le distanze da Unipol

La mossa è stata decisa con il voto favorevole sia del vice presidente Francesco Gaetano Caltagirone che del rappresentante di Leonardo Del Vecchio in cda, Romolo Bardin. In caso di successo il Leone, che impegnerà nell’Opa la metà dei 2,3 miliardi a disposizione per acquisizioni, metterà le mani su un gruppo da 3,4 milioni di clienti, 4,7 miliardi di euro di premi e circa 24 miliardi di attivi in gestione

Le Generali si preparano a mangiarsi tutta Cattolica Assicurazioni e a rispondere all’accresciuta concorrenza di Unipol. La compagnia di Trieste ha annunciato l’intenzione di promuovere un’offerta pubblica di acquisto sulla totalità del capitale del gruppo veronese di cui aveva rilevato il 23,7% un anno fa.

Il piano dichiarato è togliere Cattolica dalla Borsa, integrarla con Trieste e massimizzare l’estrazione di valore rispetto a un’alleanza, come quella in corso, limitata ad alcuni ambiti, come l’asset management e il business della salute. Settori in cui si sta facendo largo la compagnia delle coop, anche grazie alle recenti nozze tra Intesa Sanpaolo e Ubi che hanno premiato via Stalingrado con uno strapuntino nell’appetitoso business della bancassicurazione, dopo che già aveva scalato il mercato della Rc Auto con l’operazione Fondiaria Sai. E senza contare le potenzialità dell’operazione Popolare di Sondrio di cui UnipolSai lunedì è arrivata a possedere più del 9% in pochi giorni.

Quanto a Generali – Cattolica, sul piatto la compagnia triestina ha messo 6,75 euro ad azione, pari a 1,18 miliardi di euro in caso di adesione totalitaria, con un premio del 15,3% rispetto alla chiusura di venerdì e del 40,5% rispetto alla media degli ultimi mesi. In Borsa il titolo Cattolica ha chiuso con un balzo del 15,1%, a 6,97 euro, segno che Piazza Affari potrebbe reclamare un ritocco. Bisognerà vedere quale sarà l’orientamento del cda di Verona e di Warren Buffett, che dispone del 9% della compagnia (che lascerebbe in caso con una piccola minusvalenza).

La decisione di lanciare l’Opa ha trovato compatto il consiglio delle Generali: la delibera è avvenuta all’unanimità, con il voto favorevole sia del vice presidente Francesco Gaetano Caltagirone che del rappresentante di Leonardo Del Vecchio, Romolo Bardin. In caso di successo il Leone, che impegnerà nell’Opa la metà dei 2,3 miliardi a disposizione per acquisizioni, metterà le mani su un gruppo da 3,4 milioni di clienti, 4,7 miliardi di euro di premi e circa 24 miliardi di attivi in gestione, con l’obiettivo di “consolidare la propria posizione nel mercato” italiano, diventando “il primo gruppo” nel ramo danni, e “rafforzandosi” nel vita.

L’integrazione genererà 80 milioni di sinergie a fronte di costi integrazione per 150-200 milioni e un’erosione di 7,8 punti dell’indice di solvibilità. Cattolica beneficerà “della solidità finanziaria e del supporto, della competenza, della tecnologia e della gamma di prodotti” del Leone, che promette di preservarne il marchio e il legame con il territorio, nonché di valorizzarne la vocazione al servizio del terzo settore, dell’agricoltura e della bancassicurazione.

L’offerta è subordinata al conseguimento di almeno il 66,7% del capitale, condizione a cui Generali si riserva di rinunciare purché raccolga il 50% più un’azione. Entro 20 giorni Trieste depositerà in Consob il documento d’offerta e chiederà le autorizzazioni preventive alle authority coinvolte. Una volta concluso l’iter autorizzativo il cda di Cattolica potrà fare le sue valutazioni, dopodiché l’offerta potrà partire per concludersi entro fine anno.