Cinema

Regista iraniano sedato e fatto a pezzi dai genitori: la coppia aveva già ucciso nello stesso modo un’altra figlia e il genero

La vittima è Babak Khorramdin. Il cadavere smembrato è stato ritrovato per caso in un cassonetto: l'uomo si era laureato in cinema a Teheran nel 2009 poi si era trasferito a Londra per alcuni anni e infine era tornato a vivere nel paese d'origine

La morte di un noto regista italiano ha sconvolto l’Iran. L’uomo, Babak Khorramdin, 47 anni, è stato drogato, ucciso e smembrato dai genitori. Il delitto “d’onore” è riportato in prima pagina da tutti i giornali del Paese. Il corpo è stato ritrovato per caso in un valigia e in alcuni sacchi in un cassonetto dei rifiuti, nei sobborghi di Teheran. Ad aggiungere orrore al fatto un dettaglio inquietante: l’anziana coppia, messa sotto torchio dalla polizia dopo aver confessato l’omicidio, ha anche raccontato di aver ucciso diversi anni fa la loro figlia e il genero, nello stesso modo.

Nonostante il corpo fosse stato fatto a pezzi, la polizia ha potuto identificare la vittima attraverso le impronte digitali delle sue mani, troncate e ritrovate assieme agli altri resti. Secondo il racconto fatto dai due genitori, Iran Khorramdin, 74 anni, e Akbar Khorramdin, 81, prima di smembrare il cadavere, i due hanno messo fuori combattimento il figlio con un sorriso, poi lo hanno soffocato e quindi pugnalato.

Khorramdin si era laureato in cinema all’Università di Teheran nel 2009 e poi si era trasferito a Londra, dove aveva vissuto per alcuni anni. Tornato in Iran, si era dedicato all’insegnamento. Non si era mai sposato, e questo aveva creato disagio ai genitori, anche perché frequentava diverse sue studentesse.

Durante l’interrogatorio la coppia non sembra aver mostrato pentimento. Anzi. Il padre ha raccontato con dovizia di particolari quanto accaduto: “Era venerdì sera quando sua madre ha cucinato il pollo e lo ha infarcito di sonnifero per fargli perdere i sensi. Lui però non l’ha mangiato ed è andato a dormire, così abbiamo messo il cibo in frigo. Il giorno dopo si è svegliato e l’ha mangiato” e si è addormentato. A quel punto, i due lo hanno legato ad una sedia, gli hanno messo un sacchetto di plastica sulla testa e lo hanno pugnalato più volte. Dopo aver smembrato il corpo nel bagno, se ne sono disfatti gettandolo nel cassonetto. Sotto interrogatorio, appunto, i due hanno anche confessato di aver ucciso diversi anni fa la loro figlia, perché a loro dire si drogava, e poi il loro genero, perché si era rivelato violento.

L’omicidio è solitamente un reato capitale in Iran, ma le persone che uccidono i propri figli rischiano un massimo di 10 anni di carcere. I genitori di Khorramdin, scrive il Guardian, rischiano tuttavia la pena di morte, se saranno processati per l’omicidio del genero.