Cultura

Canneto sull’Oglio, rinasce il “mulino Einstein”: accordo per restaurare la centrale idroelettrica realizzata nel 1898 dal padre di Albert

Oltre un secolo fa Hermann Einstein portò la luce e l'elettricità del paesino del Mantovano installando una turbina e una dinamo nel mulino San Giuseppe. Oggi un investimento del Consorzio di Bonifica Garda Chiese vuole dare nuova vita alla struttura. E sulla vita della famiglia in Italia arriva un docufilm

Non è una scoperta rivoluzionaria quanto la teoria della relatività, ma un’intuizione formidabile sì. E la testimonianza che la genialità, nella famiglia Einstein, si trasmetteva per via genetica. È il 6 febbraio del 1898 quando Hermann Einstein, padre di Albert, porta la luce e l’elettricità a Canneto sull’Oglio, in provincia di Mantova. Lo fa mettendo in pratica un’intuizione: trasformare un vecchio mulino ad acqua, fino ad allora utilizzato per la molitura dei cereali, in una centrale elettrica per l’illuminazione pubblica e privata, in grado di alimentare trecento lampade a incandescenza e produrre una potenza di 16,2 KW, installando al suo interno una turbina idraulica e una dinamo. Qualcuno, in paese, la ribattezzò l’Officina della Luce. Un’intuizione geniale per l’epoca, che oggi – dopo che la centrale è caduta in disuso, scavalcata da tecnologie più moderne e distribuzioni a carattere nazionale – è stata in qualche modo rivitalizzata dal Consorzio di Bonifica Garda Chiese. Quest’ultimo, attraverso un accordo siglato con il Comune, ha investito 450mila euro per recuperare il vecchio mulino Einstein (che in realtà si è sempre chiamato Mulino San Giuseppe) e realizzare una centrale idroelettrica ad acqua fluente sfruttando il dislivello tra la pianura e l’alveo del fiume Oglio.

“I lavori – spiega al fattoquotidiano.it l’assessore alla Cultura di Canneto sull’Oglio, Gianluca Bottarelli – sono iniziati nel luglio scorso e a breve la centrale entrerà in funzione. L’impianto idroelettrico potrà avere un impatto molto positivo sull’area, consentendo al Comune di riutilizzare a favore del bacino gli utili derivanti dall’iniziativa, con conseguente beneficio per l’intero territorio”. Dal punto di vista tecnico l’impianto, completamente ‘green’, è stato realizzato installando un gruppo a vite idrodinamica (coclea idraulica), installato a sua volta realizzando uno “scivolo” in corrispondenza dell’edificio, per una potenza nominale di circa 27 kW ed una producibilità annua stimata in 228.000 kwh. Insomma, a tutti gli effetti una rivisitazione in chiave moderna di quella che fu, sul finire del diciannovesimo secolo, la felice intuizione di Hermann Einstein.

La scoperta dell’attività degli Einstein a Canneto è relativamente recente ed è arrivata durante la catalogazione di alcuni documenti d’archivio. È stato ritrovato, in particolare, un verbale del Consiglio Comunale datato 14 settembre 1898 in cui si deliberava di affidare a Hermann Einstein il mulino per la realizzazione della centrale elettrica. Nel 1885, insieme al fratello Jacob, il padre del futuro Premio Nobel aveva fondato a Monaco di Baviera un’azienda impegnata nel settore delle installazioni elettriche. L’attività non decollò e Hermann e il fratello si trasferirono, insieme alle famiglie, in Italia nel 1894. Arrivati a Milano, un anno dopo si stabiliscono a Pavia. Qui Hermann e Jakob danno vita a una nuova attività imprenditoriale che consiste nella realizzazione di dinamo elettriche, lampade ad arco, strumenti di misura e installazione di impianti di luce e riscaldamento termico, un’attività all’avanguardia per quel periodo. Dopo un paio d’anni gli Einstein tornano a Milano dove, grazie agli aiuti del cugino Rudolf, fondano una nuova ditta. È questo periodo che Hermann ha l’intuizione che lo porta a trasformare il mulino ad acqua San Giuseppe di Canneto sull’Oglio nella prima centrale elettrica del paesino, capace di alimentare l’illuminazione pubblica e di fornire energia anche ad alcune importanti fabbriche del territorio ma anche all’ospedale locale, alla farmacia, al medico condotto e ad alcune attività artigiane.

L’idea arriva durante un sopralluogo che il padre di Albert Einstein effettua il 6 febbraio del 1898. “Hermann Einstein – spiega Alessandro Scillitani, regista di Einstein parla italiano, docufilm trasmesso in anteprima su Rai Storia il 14 maggio e disponibile on demand su RaiPlay – era solito portare con sé il figlio Albert, allora 19enne, durante i sopralluoghi nei mulini da trasformare in centrali elettriche, che in quel periodo divennero un po’ il core business della ditta. Per questo è altamente probabile che Albert Einstein sia stato anche a Canneto sull’Oglio. La figura di Hermann Einstein è poco nota, ma molto interessante, e per sintetizzare possiamo anche dire che rispetto al figlio sia stato, per le sue intuizioni, una sorta di genio incompreso”. Dopo lunghe trattative, testimoniate da documenti d’archivio, nel settembre del 1898 Einstein e il Comune di Canneto sull’Oglio raggiungono un accordo. L’amministrazione comunale procede alla stesura di un contratto d’affitto, della durata di 25 anni, per l’impianto di luce elettrica e Einstein si impegna a garantire la continuazione dell’attività molitoria a favore dei cittadini cannetesi e al contempo si impegna anche ad ammodernare radicalmente le parti meccaniche del mulino San Giuseppe per creare la prima Officina della Luce del paese. Nel marzo del 1900 Hermann lascia Canneto per andare a realizzare un impianto simile a Isola della Scala, in provincia di Verona. La centrale di Canneto viene ceduta al cugino Rudolf e lui ne rimane garante. Oggi, a distanza di 123 anni, è come se il passato e il presente si fossero ritrovati per concedere ad Hermann Einstein quel riconoscimento che, di fatto, gli è sempre mancato.