Cronaca

Tamponi salivari, ecco la circolare per equipararli ai molecolari. La Lombardia aveva chiesto l’approvazione al Cts quattro mesi fa

Questi test non sono rapidi, perché per analizzarli serve sempre un passaggio in laboratorio, ma basta tenere in bocca una spugnetta per almeno un minuto per raccogliere il campione di saliva. Una procedura adatta per "bambini, anziani e disabili", spiega Valentina Massa, ricercatrice del team dell'Unimi. Il Pirellone li aveva proposti al Cts già a gennaio, ma senza equiparazione con i molecolari (già in vigore in altri Paesi, dagli Usa alla Francia) ogni positivo deve sempre essere validato dal tampone classico. Ora la svolta. Ecco il perché di tutti i ritardi

Il ministero della Salute è pronto a sdoganare i tamponi salivari molecolari. Finalmente, visto che ci sono voluti mesi per l’ok definitivo a questo strumento di screening utilizzabile per gli alunni delle scuole, mentre la relativa circolare è stata data per pronta più volte negli ultimi giorni. “Uscirà oggi”, assicurava venerdì mattina a ilfattoquotidiano.it Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts), che una settimana fa aveva definito i test salivari molecolari dispositivi “con un’ottima perfomance”. La circolare è stata quindi pubblicata a fine giornata, come anticipato dallo staff del ministro Roberto Speranza.

I salivari molecolari non sono test rapidi, ma devono essere analizzati con gli stessi strumenti dei molecolari nasofaringei: per il risultato ci vogliono dunque 24 ore o più. Ma per raccogliere un campione di saliva è sufficiente tenere in bocca una piccola spugnetta per almeno un minuto, come fosse un leccalecca. Una procedura talmente semplice da non richiedere alcun infermiere, col vantaggio di poter spostare molti operatori sanitari dall’attività di tracciamento a quella di vaccinazione contro il Covid: “Per la sua semplicità, questo tipo di tampone è particolarmente indicato per bambini, anziani e anche persone disabili”, dice Valentina Massa, ricercatrice del team dell’università degli Studi di Milano che ha messo a punto per primo in Italia questi dispositivi, sperimentandoli con buoni risultati da novembre dell’anno scorso, quando i tamponi salivari molecolari erano già utilizzati negli Stati Uniti. Regione Lombardia ha cercato di fare da apripista, proponendo questa tipologia di test al Cts già a gennaio, mentre un mese fa un vasto screening è stato condotto nelle scuole di Bollate, a nord di Milano. Ma senza la circolare del ministero che equipari i salivari molecolari ai tamponi nasofaringei, si perdono gran parte dei vantaggi perché ogni risultato positivo va validato da un tampone classico, con spreco di tempo e risorse.

Ora l’equiparazione ci sarà, ma si sono dovuti aspettare quattro mesi, un periodo in cui i salivari molecolari avrebbero potuto contribuire a tenere sotto controllo i contagi nelle scuole, magari evitandone la chiusura. La prima nota inviata da Regione Lombardia al Cts è del 12 gennaio: un documento in cui vengono citate una serie di pubblicazioni scientifiche internazionali che già dimostrano l’affidabilità di questo strumento diagnostico. Perché la questione venga messa all’ordine del giorno di una riunione del Cts, ci vogliono però due mesi: il 12 marzo viene convocato Danilo Cereda, dirigente dell’unità operativa Prevenzione di Regione Lombardia, che chiede possano partecipare anche due ricercatrici dell’università di Milano per descrivere in prima persona i risultati ottenuti. Ma nonostante la loro presenza, l’audizione salta e il tema test salivari non viene nemmeno affrontato. Come mai? Rezza dice di non ricordare nello specifico quella riunione, mentre Fabio Ciciliano, segretario del vecchio Cts e membro del nuovo entrato in carica il 17 marzo, spiega: “Andammo lunghi per altri temi all’ordine del giorno, poi il Cts si è riorganizzato e non abbiamo più avuto modo di ospitare le ricercatrici dell’università di Milano”.

La richiesta di Regione Lombardia, in sostanza, non trova nemmeno ascolto. Eppure proprio in quei giorni il tema scuole è particolarmente sentito: molti studenti sono in dad, mentre il lunedì successivo, il 15 marzo, in zona rossa vengono chiusi tutti gli istituti, persino gli asili nido. Passano ancora settimane infruttuose, finché il 20 aprile il ministro della Salute Roberto Speranza, nel corso di una riunione della Conferenza Stato Regioni, dice che tutti i tipi di test già autorizzati in Paesi che fanno parte del G7 possono essere utilizzati anche in Italia. È il caso dei salivari molecolari, già autorizzati in Stati Uniti, Francia, Giappone, tra i Paesi del G7, ma anche altrove come in Svizzera. Alle parole di Speranza non segue però per giorni alcuna circolare del ministero che li equipari ai nasofaringei.

Come mai c’è voluto tanto tempo? “Non c’era un’indicazione a livello europeo – dice Rezza -. Abbiamo messo in piedi un gruppo di microbiologi per le dovute valutazioni. Un test non può essere immediatamente approvato a prescindere dalle evidenze scientifiche, dopo di che si sono accumulate evidenze sul fatto che i test molecolari, anche se su matrice salivare, funzionano piuttosto bene”. Rezza tocca anche un’altra questioni: “I test molecolari impegnano molto i laboratori di analisi. La Lombardia sembra in grado di fare test molecolari sui ragazzi delle scuole. Ma per altre Regioni uno screening con test molecolari rischia di distogliere i laboratori da altre attività. La svolta vera sarebbe quella di riuscire a fare i test salivari rapidi in modo da non intasare i laboratori. Al momento poi non c’è alcuna indicazione di fare test a tutti nelle scuole. Se poi una Regione inizia a farlo, va benissimo”.

Lo scorso 3 maggio l’agenzia dell’Unione europea Ecdc (European Centre for desease prevention and control) ha messo nero su bianco che i campioni di saliva possono essere usati in alternativa a quelli nasofaringei. Parere che però un Paese come la Francia ha ritenuto di non dover aspettare per partire con i test salivari molecolari. E resta il fatto che la nota di Regione Lombardia di gennaio, come detto, faceva già riferimento a diversi articoli scientifici sul tema, alcuni dei quali ripresi un mese fa dalla prestigiosa rivista scientifica Lancet Respiratory Medicine. Intanto proprio in Lombardia, dove la partita dei molecolari salivari è stata seguita dalla vice presidente della commissione Sanità del Pirellone, Simona Tironi (Forza Italia), è iniziato questa mattina uno screening in diverse scuole. “Sono 45 le scuole dell’infanzia che li stanno facendo, 81 le primarie e 50 le scuole secondarie di primo grado – ha detto l’assessora al Welfare Letizia Moratti-. Sono coinvolti 5.000 studenti in tutte le province della Regione”. Senza aspettare la circolare del ministero.

@gigi_gno