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Coppia italiana bloccata in India con la bimba appena adottata: la donna è positiva al Covid. “Aiutateci, qui bruciano i cadaveri in strada”

Simonetta Filippini e Enzo Galli, originari di Campi Bisenzio, alle porte di Firenze, chiedono aiuto dalle colonne de La Nazione che oggi ha raccontato la loro disavventura. Dovevano lasciare il Paese mercoledì, ma l'imbarco è stato bloccato perché la moglie è risultata positiva al tampone. Adesso si trova in un Covid hotel, mentre il marito è in albergo con la piccola di appena due anni

Partiti per un’adozione internazionale 15 giorni fa, adesso si trovano bloccati in India, il Paese con una delle più gravi crisi sanitarie al mondo, con la donna che è anche risultata positiva al Covid. Simonetta Filippini ed Enzo Galli, originari di Campi Bisenzio, alle porte di Firenze, chiedono aiuto dalle colonne de La Nazione che oggi ha raccontato la loro disavventura. La donna, al momento, è stata portata prima in ospedale e poi in un Covid hotel, mentre il marito è in albergo con la bimba, 2 anni, avuta in adozione: “L’ambasciata ci aiuti. Qui bruciano i cadaveri in strada, fuori c’è odore di morte”, ha detto il marito al giornale.

Secondo quanto si legge, l’iter di adozione si è svolto abbastanza velocemente rispetto agli standard, ma mercoledì mattina, quando i due dovevano imbarcarsi per tornare in Italia, è arrivato lo stop: “Mercoledì mattina – racconta Enzo – Simonetta è risultata positiva al Covid mentre io e la bambina eravamo negativi. A quel punto la situazione è precipitata”. Filippini è stata portata in ospedale e da ieri trasferita in un hotel Covid, tornando raggiungibile al telefono. “Ero in una stanza di due metri per due metri con sette persone – ha poi raccontato – e alcune sono morte davanti ai miei occhi. La nostra polizza prevede la possibilità del volo contingentato e l’ambasciata e il Governo devono aiutarci”.

Il marito racconta le scene estreme che in India da qualche settimana sono diventate la quotidianità a causa dell’altissimo numero di contagi e vittime dovuto anche alla nuova variante che si è sviluppata nel Paese: “Dalle finestre dell’hotel vediamo che bruciano i cadaveri dei morti di Covid in strada. È impressionante e siamo preoccupati. Siamo stati tutti separati, con noi ci sono coppie di varie zone d’Italia e hanno anche bambini bisognosi di cure in Italia. Abbiamo il permit exit dello Stato indiano per uscire ma non ci fanno partire. Restare qui in attesa di un tampone negativo significa farci morire. Fuori c’è l’odore della morte ed è indescrivibile”.

L’ambasciata italiana in India, secondo quanto riporta il quotidiano fiorentino, si è attivata individuando l’ipotesi del volo Air France New Delhi-Parigi, ma le autorità indiane non vogliono far imbarcare persone straniere positive. La situazione dei due è complicata, ma sotto controllo, fa sapere Andrea Zoletto, direttore generale di International Adoption, l’associazione che ha seguito la coppia: “Siamo costantemente in contatto con il signor Galli – spiega -, lui e la bambina sono in un albergo a 5 stelle in assoluta sicurezza e stanno bene. La signora si trova in un albergo sanitario, in camera con un’altra persona. Questa mattina, grazie al medico dell’ambasciata italiana, ha potuto fare un altro tampone, il risultato è atteso in 48 ore. Se fosse negativo, l’ambasciatore garantisce l’imbarco su un volo Klm o Air France, ma fosse positiva dovrà rimanere lì almeno una decina di giorni, le autorità indiane sono di un rigore estremo su questo”.

In caso di positività, infatti, il prossimo tampone verrebbe effettuato dopo 8 giorni, tempo durante il quale la donna resterà nella struttura. A complicare la situazione, secondo quanto appreso, anche problemi di comprensione della lingua e “purtroppo il loro accompagnatore, un nostro uomo – aggiunge Zoletto -, è rimasto bloccato con il lockdown e può fare soltanto assistenza da remoto”. Tuttavia la situazione sembra essere più serena grazie all’intervento dell’ambasciata: “Il console sente il marito più volte al giorno – conferma il direttore – devo dire che da parte delle autorità italiane l’assistenza è massima”.