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Navalny alla moglie Yulia: “Peso come quando ero in seconda media”. Smantellata la rete dei suoi uffici in Russia

L'oppositore, detenuto nel carcere di Pokrov, è comparso in videoconferenza al processo che lo vede imputato per avere diffamato un veterano della seconda guerra mondiale. La notizia dello smantellamento del suo network arriva dopo che la procura di Mosca ha ordinato di sospendere le attività degli uffici

È stato visitato da medici al di fuori del circuito penitenziario e, dopo le proteste in suo sostegno che hanno portato all’arresto di più di 1900 persone, ha deciso di interrompere lo sciopero della fame, durato 24 giorni. Ma Mosca continua a mostrare il pugno di ferro nei confronti dell’oppositore Alexei Navalny e ha ordinato di sospendere le attività dei suoi uffici. Si tratta di un network di attivisti che copre praticamente tutta la Russia, dal Pacifico al Baltico, e che è stato alla base delle proteste antigovernative più massicce degli ultimi anni. Gli uffici e il Fondo Anticorruzione a riconducibili a Navalny sono stati infatti accusati di “estremismo” dalla procura, ma sono in tanti a ritenere queste imputazioni di matrice politica. “Purtroppo lavorare in tali condizioni è impossibile – ha detto Leonid Volkov, uno dei suoi principali alleati -. Stiamo ufficialmente sciogliendo la rete degli uffici di Navalny“.

Intanto l’oppositore è ricomparso tramite videoconferenza dalla colonia penale di Pokrov al processo d’appello nel caso che lo vede accusato di aver diffamato un veterano della seconda guerra mondiale. È apparso magro e coi capelli rasati e, rivolgendosi alla moglie Yulia, ha detto: “Peso 72 chili come in settima classe”, la seconda media. “Ieri mi hanno portato in sauna per farmi avere un buon aspetto. Se mi tolgo i vestiti ho un pessimo aspetto, come uno scheletro”. Nonostante la sospensione dello sciopero della fame – finalizzato a chiedere cure adeguate per i forti dolori alla schiena e alle gambe – il ritorno alla normalità per lui sarà molto graduale e, aveva dichiarato nei giorni scorsi, “potrà durare ancora 24 giorni e dicono che sarà ancora più difficile“.

Il processo – Il tribunale distrettuale Babushkinsky di Mosca ha respinto l’appello di Navalny contro la condanna inflittagli a febbraio di pagare una multa di 850mila rubli, circa 9.500 euro al cambio di allora, perché ritenuto colpevole di aver diffamato un anziano veterano della seconda guerra mondiale. Navalny è stato querelato per un tweet nel quale si è scagliato contro un video filo-Cremlino che promuoveva la riforma che ha cancellato il limite di due mandati presidenziali consecutivi per Putin. Navalny ha chiamato “traditori” tutti quelli che hanno partecipato al filmato, tra loro però c’era anche un veterano di 94 anni. Offendere una persona che ha combattuto contro gli invasori nazisti è considerato inaccettabile in Russia, e secondo Navalny il processo è una mossa delle autorità per metterlo in cattiva luce anche se le sue parole non erano rivolte direttamente al veterano.

Le richieste della procura di Mosca – Oltre alla sospensione delle attività negli uffici del network, la procura di Mosca ha chiesto di bloccare il Fondo Anticorruzione di Navalny, le cui video-inchieste hanno messo tante volte in imbarazzo Putin e i suoi potenti alleati, nonché l’ente che avrebbe dovuto in qualche modo prendere il suo posto: il Fondo per la difesa dei diritti dei cittadini. Il tribunale deve ancora pronunciarsi, ma la giustizia russa non è considerata immune dalle influenze politiche ed è forte il timore che tutte le organizzazioni legate a Navalny saranno presto bollate come “estremiste” e quindi bandite.

La procura sostiene che gli uffici regionali di Navalny, il Fondo Anticorruzione e il Fondo per la difesa dei diritti dei cittadini vogliano “creare le condizioni per destabilizzare la situazione sociale e politico-sociale” nel Paese. Ma sono in tanti a ritenere queste imputazioni di matrice politica e volte in realtà a reprimere le forze d’opposizione. Trattare con gli “strumenti dell’antiterrorismo” il dissenso politico “non è compatibile con lo Stato di diritto”, ha commentato il portavoce di Angela Merkel.

Il Cremlino pare aver inasprito le misure di repressione: negli ultimi tempi molti attivisti vicini a Navalny hanno avuto problemi con la giustizia o sono stati costretti a lasciare la Russia. Lo stesso Navalny è stato rinchiuso in galera lo scorso inverno non appena ha rimesso piede a Mosca di ritorno dalla Germania, dove era stato curato per un avvelenamento per il quale si sospettano i servizi segreti russi. L’oppositore inoltre ha da poco messo fine a uno sciopero della fame di 24 giorni per chiedere cure adeguate per i forti dolori che accusa alla schiena e alle gambe.

Il nuovo giro di vite sull’opposizione arriva a pochi mesi dalle elezioni parlamentari di settembre e gli uffici di Navalny finiti sotto la mannaia delle autorità russe sono stati in passato la base per promuovere il “Voto Intelligente”: una strategia elettorale per far convergere di volta in volta i voti degli oppositori su chi ha più chance di battere il candidato putiniano, a prescindere dal suo colore politico.