Cronaca

Bergoglio torna a proclamare nuovi santi. Il 3 maggio concistoro per la canonizzazione di Charles de Foucauld e altri sei

Nato a Strasburgo, in Francia, nel 1858, de Foucauld è una figura molto amata da Francesco. "A partire dalla sua intensa esperienza di Dio, ha compiuto un cammino di trasformazione fino a sentirsi fratello di tutti"

Papa Francesco torna a proclamare nuovi santi dopo lo stop alle celebrazioni imposto dalla pandemia. Lunedì 3 maggio, nella sala del concistoro del Palazzo Apostolico, Bergoglio presiederà il concistoro per il voto sulle canonizzazioni di sette beati, tra cui Charles de Foucauld. In quell’occasione il Papa annuncerà la data in cui proclamerà i nuovi santi durante una celebrazione eucaristica in Vaticano. Nato a Strasburgo, in Francia, il 15 settembre 1858, de Foucauld rimase orfano a 6 anni, crescendo assieme a sua sorella Marie con il nonno del quale inizialmente seguì la carriera militare. Nell’adolescenza si allontanò dalla fede. Nelle sue biografie ufficiali, infatti, viene descritto “come amante del piacere e della vita facile”. Nel 1883 intraprese una pericolosa esplorazione in Marocco. La testimonianza della fede dei musulmani risvegliò in lui questo interrogativo: “Ma Dio, esiste?”. A questa domanda rispose: “Mio Dio, se esistete, fate che vi conosca”.

Rientrato in Francia, rimase colpito dall’accoglienza molto affettuosa della sua famiglia, profondamente cristiana. Guidato nella sua vita spirituale da don Huvelin, ritrovò Dio nell’ottobre del 1886, all’età di 28 anni: “Come credetti che c’era un Dio, compresi che non potevo far altro che vivere per lui solo”. Durante un pellegrinaggio in Terra Santa comprese la sua vocazione: seguire e imitare Gesù nella vita di Nazaret. Visse prima sette anni in Siria, poi fece l’eremita in un’estrema povertà presso le clarisse di Nazaret. Fu ordinato sacerdote a 43 anni, nel 1901, nella diocesi di Viviers, in Francia. Subito dopo si recò nel deserto algerino del Sahara. Qui visse una vita di preghiera, meditando continuamente la Sacra Scrittura, e di adorazione, nell’incessante desiderio di essere per ogni persona il “fratello universale”, a immagine dell’amore di Gesù per ciascun uomo. “Vorrei essere buono – diceva – perché si possa dire: se tale è il servo, come sarà il maestro?”. La sera del 1° dicembre 1916, all’età di 58 anni, fu ucciso da una banda di predoni di passaggio. Il sogno di Charles de Foucauld è sempre stato quello di condividere la sua vocazione con gli altri. Attualmente la sua famiglia spirituale comprende diverse associazioni di fedeli, comunità religiose e istituti secolari di laici o sacerdoti sparsi nel mondo intero.

Charles de Foucauld è una figura molto amata da Francesco. Nella sua ultima enciclica, Fratelli tutti, il Papa lo ha definito una “persona di profonda fede, la quale, a partire dalla sua intensa esperienza di Dio, ha compiuto un cammino di trasformazione fino a sentirsi fratello di tutti”. E nella sua enciclica precedente, Laudato si’, ha scritto: “La spiritualità cristiana, insieme con lo stupore contemplativo per le creature che troviamo in San Francesco d’Assisi, ha sviluppato anche una ricca e sana comprensione del lavoro, come possiamo riscontrare, per esempio, nella vita del Beato Charles de Foucauld e dei suoi discepoli”. Celebrando la messa nella cappella di Casa Santa Marta nel centenario della morte del futuro santo, lo ha descritto come “un uomo che ha vinto tante resistenze e ha dato una testimonianza che ha fatto bene alla Chiesa”.

Insieme a Charles de Foucauld, Bergoglio canonizzerà anche Lazzaro, detto Devasahayam, laico e martire; César de Bus, sacerdote, fondatore della Congregazione dei padri della dottrina cristiana; Luigi Maria Palazzolo, sacerdote, fondatore dell’Istituto delle suore delle poverelle; Giustino Maria Russolillo, sacerdote, fondatore della Società delle divine vocazioni e della Congregazione delle suore delle divine vocazioni; Maria Francesca di Gesù, al secolo Anna Maria Rubatto, fondatrice della suore terziarie cappuccine di Loano; e Maria Domenica Mantovani, cofondatrice e prima superiora generale dell’Istituto delle piccole suore della Sacra Famiglia.

Twitter: @FrancescoGrana