Ambiente & Veleni

Crema, in un allevamento bovino carcasse di vitelli galleggianti nelle vasche di stoccaggio: denunciato il responsabile

L'azienda non rispettava nessuno dei protocolli di smaltimento dei rifiuti. Trovati cumuli di inerti da macerie edili, rifiuti ferrosi, veicoli dismessi. In corso controlli anche per sospetti abusi edilizi

I militari della Stazione dei carabinieri forestali di Crema, nel corso dei controlli in un allevamento bovino, hanno trovato carcasse di vitelli galleggianti nelle vasche di stoccaggio, cumuli di macerie edili e asfalti, rottami di veicoli e lamierati e tracimazione di liquami da trincee. L’operazione è stata avviata dopo una segnalazione della Polizia Locale arrivata nell’allevamento per verifiche su liquami zootecnici versati in una roggia. Ieri ilfattoquotidiano.it ha pubblicato una videoinchiesta di Giulia Innocenzi – in esclusiva per la campagna in collaborazione con la Lav sui costi sanitari e ambientali della carne – che mostra in presa diretta le immagini di un allevamento di maiali nel Cremonese in cui le carcasse venivano gettate in una fossa per abbattere i costi.

Oggi è scattata questa nuova operazione. Nell’azienda di Crema sono stati trovati cumuli di inerti da macerie edili, rifiuti ferrosi, carcasse di veicoli dismessi e rifiuti speciali vari, oltre ad accumuli di liquami non correttamente stoccati. E da un controllo più approfondito è emerso appunto che l’azienda, violando le normative di Polizia Veterinaria e Sanitaria, aveva illecitamente smaltito alcune carcasse di vitelli, abbandonandole nelle vasche contenti i reflui aziendali.

Gli agenti della Polizia Locale, le Autorità sanitarie e di Polizia Veterinaria hanno rimosso le carcasse. In queste ore sono in corso indagini anche per sospetti abusi edilizi nell’azienda il cui responsabile sarà denunciato alla Procura di Cremona e sarà sanzionato amministrativamente per importi ancora in fase di definizione ma nell’ordine di migliaia di euro. Da un controllo agli animali allevati non sono emersi fenomeni di maltrattamento in quanto erano rispettate le normative riguardanti il “benessere animale”.

(Immagine d’archivio)