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Praga espelle 18 funzionari russi: legame con l’avvelenamento dell’ex agente Skripal e le esplosioni nel villaggio di Vrbetitsa

Tutto è iniziato quando la polizia ceca ha dichiarato ricercate due persone che hanno visitato Praga e la regione di Zlín nella prima metà di ottobre 2014. Da lì è iniziata la spy story che ha portato Praga a dichiarare 'persone non grate' 18 funzionari russi, che pare siano agenti segreti

Espulsioni che sono soltanto una tappa di una spy story destinata a non esaurirsi a breve, e che hanno fatto scattare l’ennesima crisi tra Mosca e un membro dell’Ue. Quello che questa volta ha fatto scatenare le ire del Cremlino è stata la decisione della Repubblica Ceca, che ha deciso di dichiarare ‘persone non grate’ ben 18 funzionari dell’ambasciata russa a Praga. A quanto pare agenti del Gru e dell’Svr, i servizi segreti di Mosca all’estero. Il caso è ancor più rilevante poiché evidenzia un legame diretto tra il tentato avvelenamento col novichok, a Salisbury, dell’ex agente Serghei Skripal e le esplosioni nei depositi di munizioni cechi nel villaggio di Vrbetitsa, avvenute il 16 ottobre e il 3 dicembre del 2014.

Ma andiamo con ordine, perché qui ci troviamo davvero in una trama da romanzo. La polizia ceca ha dichiarato ricercate due persone che hanno visitato Praga e la regione di Zlín nella prima metà di ottobre 2014: hanno usato passaporti russi a nome di Aleksandr Petrov e Ruslan Boshirov (nella foto), così come un documento moldavo a nome di Nikolai Popa e uno tagiko a nome di Ruslan Tabarov. Ma sono i primi due quelli che ci interessano. Nel 2018, infatti, il Regno Unito ha accusato Petrov e Boshirov di essere gli autori dell’avvelenato di Skripal (e sua figlia Yulia). Una successiva inchiesta di Insider e Bellingcat ha poi rivelato che Petrov e Boshirov erano in realtà gli ufficiali del Gru Alexander Mishkin e Anatoly Chepiga dell’unità segreta 29155, specializzata in operazioni all’estero. La polizia ceca – benché non abbia a quanto pare in mano nessuna ‘pistola fumante’ – sospetta che Mishkin e Chepiga siano coinvolti nelle esplosioni a Vrbetitsa, che hanno causato la morte di due persone.

“Mi dispiace molto che le relazioni ceco-russe debbano subire un grave colpo, ma dobbiamo reagire: siamo nella stessa situazione in cui si trovava il Regno Unito durante gli avvelenamenti di Salisbury“, ha dichiarato il ministro degli Interni e degli Esteri Jan Gamachek in conferenza stampa. Accanto a lui c’era il primo ministro Andrei Babish. Gamachek ha detto che porterà il ‘caso Vrbetitsa’ alla riunione dei ministri degli Esteri dei paesi dell’Ue, previsto per lunedì (abbandonando al contempo la sua prevista visita a Mosca, durante la quale aveva intenzione di discutere la fornitura di Sputnik V alla Repubblica Ceca). Ma non è tutto. Le esplosioni di Vrbetitsa gettano finalmente luce su un altro mistero di questi anni, ovvero il duplice (tentato) avvelenamento (sempre col novichok) del trafficante di armi bulgaro Emelian Gebrev, del 2015. Gebrev a quanto pare aveva intenzione di vendere quelle armi all’Ucraina, impegnata allora nella guerra con i separatisti filo russi del Donbass. Secondo la versione della polizia ceca l’esplosione è avvenuta prematuramente, poiché non sarebbe dovuta avvenire a Vrbetitsa (dove erano solo di passaggio) ma durante il successivo trasporto.

Mosca ha bollato la decisione (e la ricostruzione) di Praga come “assurda”. “Prenderemo misure di ritorsione che costringeranno gli autori di questa provocazione a comprendere la loro piena responsabilità per aver distrutto le relazioni tra i nostri Paesi”, ha detto il ministero degli Esteri russo in un comunicato.